Filippo Passantino
(da Lourdes) Dal caldo del nord Africa al freddo dei Pirenei. I cerchi di fumo emessi dalla sua pipa sono segno di una presenza, tra i viali congelati del santuario di Lourdes. La presenza del capitano della nave pronto ad accogliere a bordo e ad ascoltare i naufraghi nel mare della vita. Mons. Olivier Ribadeau Dumas, sacerdote della diocesi di Parigi, ha cominciato il 1° ottobre dello scorso anno il suo incarico di rettore del santuario Nostra Signora di Lourdes, nominato da mons. Antoine Hérouard, delegato apostolico per il santuario francese. In questi giorni, il rettore è impegnato nella preparazione delle celebrazioni per la Giornata del Malato, l’11 febbraio. Per l’occasione, sono attesi circa 15.000 pellegrini. Diverse le iniziative in programma: dalla preghiera alla grotta alla benedizione delle persone ammalate, dalla processione aux flambeaux alla messa internazionale presieduta da mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della Nuova evangelizzazione. E proprio mons. Dumas terrà alcune conferenze.
Come ha vissuto il suo arrivo a Lourdes?
Sono stato segretario generale e portavoce della Conferenza episcopale francese per sei anni. Poi, sono riuscito a ottenere un anno sabbatico per andare in Algeria, a Oran, ad aiutare il vescovo e visitare le comunità religiose. Quindi, è giunta questa chiamata del Papa, tramite il delegato apostolico del santuario, di venire come rettore qui a Lourdes. Per me è stata veramente una sorpresa, una grande grazia. Perché Lourdes è veramente il luogo in cui si vive il Vangelo come un libro aperto.
Ogni sera posso dire che ho visto meraviglie, perché Lourdes è il luogo dell’incontro, a cominciare da quello di Maria e Bernadette. Da lì sono nati tanti altri incontri come quello tra ammalati e persone che li accompagnano, tra giovani e vecchi, tra preti e laici, tra popoli di diverse nazioni.
Lourdes è l’unica città internazionale, in ogni Paese c’è una chiesa nel nome di Nostra Signora di Lourdes e una riproduzione della grotta.
Lourdes è l’unico luogo in cui tutti possono essere accolti: anche i poveri e gli ammalati. È il luogo della guarigione dei corpi e dei cuori.
Lourdes non si può immaginare senza di loro, perché qui si trova la pace. Gli ammalati non sono solo coloro che stanno male fisicamente, ma anche i feriti nel cuore e i peccatori. Qui si vive veramente la fraternità all’insegna della carità.
Qual è la sua missione qui, nel santuario?
Sono il rettore del santuario e il mio compito è quello di organizzare tutto perché i pellegrini possano essere accolti nel modo migliore possibile.
Il Papa ha dato tre obiettivi importanti per il santuario: anzitutto, l’accoglienza di tutti e, in particolare, degli ammalati e dei feriti dalla vita, poi lo sviluppo e un appoggio alla pietà popolare.
Qui si vede la fede della gente semplice che tocca una roccia o beve dell’acqua, che stringe un lume. Si vede una fede del cuore che non si dice a parole ma si vive.
Il terzo aspetto che devo approfondire e sostenere è la dimensione internazionale del santuario.Vediamo che le persone vengono dalla Francia, da tanti Paesi d’Europa, adesso molti di più dall’Asia, dal Brasile. Qui si deve pensare cosa significa il messaggio di Lourdes per una persona che viene da Rio de Janeiro o da Seul. Devo fare questo con i cappellani che sono qui e con i dipendenti del santuario.
Tema di quest’anno per il santuario è l’Immacolata. Come lo state vivendo?
Per me è un tema esistenziale. È lo sviluppo della misericordia di Dio che è stata manifestata in Maria in maniera preventiva e che noi abbiamo in maniera curativa. Per me è importante poter ritrovare l’innocenza dopo la guarigione dal peccato, tramite il sacramento della riconciliazione, ed essere davanti alla grotta per chiedere a Maria l’aiuto a camminare con lei. È un tema che si vive interiormente senza grandi teorie. Lo svilupperemo con i segni di Lourdes e anche con conferenze su questo argomento per aiutare la gente a capire ciò che vuol dire. E con un’insistenza sul perdono che Dio dona a ciascuno di noi.
L’ho visto qualche mese fa, abbiamo parlato di Lourdes e per lui è importante questo santuario. L’attenzione di Papa Francesco per il santuario di Lourdes è per me un appoggio significativo. Lui è molto interessato alla pietà popolare, alla possibilità per la gente di vivere la fede e di essere accolta.
Prima del suo arrivo, sono stati fatti alcuni rilievi, da parti diverse, sulla situazione economica del santuario. Come sta affrontando questo aspetto?
Sono il responsabile del santuario e so che ci sono più di 300 dipendenti che vivono del loro lavoro qui, quindi dobbiamo avere i soldi per pagarli. Ma la cosa più importante è la missione pastorale che ho ricevuto.
Il fine del santuario non è di avere soldi per guadagnarci, ma di avere soldi per sviluppare la sua attività: l’accoglienza degli ammalati, la missione di un santuario per l’evangelizzazione.
Chi viene come visitatore deve uscire da qui come pellegrino e chi viene come pellegrino deve andare via come discepolo missionario.