In occasione della Settimana nazionale per la lotta al lavoro in schiavitù e in particolare della Giornata nazionale del 28 gennaio, la Commissione per la Pastorale della terra della Chiesa brasiliana ha organizzato e sostiene, negli Stati di Maranhão, Tocantins, Pará e Mato Grosso, una serie di attività per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione dei lavoratori che si trovano in tale situazione.
Solo nel 2019, secondo i dati del Segretariato per l’ispezione del lavoro (Sit) del Governo federale, sono stati trovati 1.054 lavoratori in stato di schiavitù, un numero che rimane nella media degli ultimi 5 anni, inferiore di metà rispetto a quello registrato tra il 2010 e il 2014.
La Commissione per la Pastorale della terra e la Commissione pastorale episcopale per il contrasto della tratta di esseri umani della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb) hanno pubblicato, lo scorso24 gennaio, una nota nella quale rilancia le proteste delle organizzazioni per una serie di misure che vengono adottate dall’Esecutivo federale e dal Congresso nazionale per indebolire l’efficacia delle ispezioni e l’autonomia dei revisori delle imposte sul lavoro.
Viene, inoltre, denunciato un modello che concentra la ricchezza a spese dei lavoratori: “Siamo al fianco di coloro che sono stati protagonisti nella lotta contro la schiavitù, nella promozione di trasformazioni sociali strutturali, con l’obiettivo di costruire un’economia e una società che promuovano l’uguaglianza e la giustizia, compreso l’ambiente”, afferma la nota.
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