“Con immenso dolore dobbiamo informarvi che l’ultimo seminarista nelle mani dei rapitori, Michael, è stato assassinato”. Con un tweet di ieri sera Aiuto alla Chiesa che Soffre – Italia ha annunciato l’uccisione in Nigeria del giovane seminarista rapito con altri tre l’8 gennaio nel seminario maggiore Buon Pastore di Kakau, nei pressi di Kaduna, capitale dell’omonimo Stato, nel centro della Nigeria.
Ad entrare in azione erano stati uomini non identificati.
Mai tanta insicurezza in Nigeria
Ad effettuare il riconoscimento del corpo, riferisce Acs, è stato il rettore del seminario di Kaduna. Gli altri tre seminaristi- prosegue – erano stati rilasciati nei giorni scorsi e stanno ricevendo assistenza e cure mediche. Monsignor Augustine Akubeze, arcivescovo di Benin City e presidente della Conferenza episcopale della Nigeria, soltanto venerdì aveva lanciato proprio ad Acs l’allarme per la forte insicurezza “in tutto il Paese”, in una situazione di gravità senza precedenti.
La violenza di Boko Haram
Tutti i seminari della Nigeria, aveva spiegato, hanno mura di protezione, “però non sono sufficienti a fermare gli attacchi di Boko Haram”, gli estremisti islamici la cui violenza dal 2009 ha causato, secondo recenti dati Onu, oltre 35 mila vittime. Non tutte le strutture, aveva specificato il presule, hanno invece telecamere di sicurezza. “Se tutti i seminari, i monasteri e i conventi che ospitano religiosi disponessero di telecamere, sarebbe utile perlomeno per catturare alcuni terroristi”. Purtroppo le risorse della Chiesa, evidenzia Acs, sono limitate e le parrocchie sono perfino costrette a pagare per avere la protezione della polizia durante le messe domenicali