DIOCESI – Domenica 9 febbraio presso il centro “Biancazzurro” si è svolta la XVIII Assemblea Diocesana dell’Azione Cattolica che ha avuto per tema “Ho un popolo numeroso in questa città” e che ha portato all’elezione del nuovo Consiglio (vedi QUI) che sarà in carica per i prossimi tre anni.
L’Assemblea è stata presieduta da Nedo Tiburtini che ha anche svolto il primo intervento incentrato sull’importanza dell’impegno dei cattolici in politica: «La riforma dello Statuto nel 1969 voluta da Vittorio Bachelet, del quale ricorderemo fra pochi giorni il quarantesimo anniversario dell’assassinio, ha portato alla cosiddetta scelta religiosa che da molti è stata interpretata come un disimpegno della nostra associazione dalla politica. Si è trattato invece di rimettere al centro della vita associativa l’annuncio della Parola di Dio e la Carità, la cui più alta forma, secondo il pensiero di Paolo VI, è proprio la politica. Abbiamo bisogno in questo particolare momento storico di un rinnovato impegno in politica per farci portatori dei valori evangelici in un contesto che è spesso ostile alla Chiesa e dove non mancano episodi di strumentalizzazione dei simboli religiosi. Per tale motivo dobbiamo investire sulla formazione degli adulti e non solo dei giovani».
Ha preso poi la parola il Vescovo Carlo Bresciani: «L’Assemblea alla quale state partecipando vi fa riconoscere come un’unica associazione, pur articolata in tante diramazioni. Voi non siete una federazione nella quale ognuno cammina in modo autonomo, ma un’associazione, cioè un insieme di persone che vogliono camminare insieme. Non dobbiamo vivere solo di ricordi, pensando a quando nel passato l’Associazione era più numerosa, ma dobbiamo guardare in modo positivo alla costruzione del futuro: il numero è importante, ma più importante è quello che viviamo. L’identita dell’Azione Cattolica vi deve portare ad essere operatori di unità nella Chiesa e per fare ciò bisogna necessariamente rinunciare a qualcosa per trovare il bene comune al quale tutti dobbiamo aspirare. Non aspettate di essere pronti in tutto: meglio sbagliare facendo qualcosa che essere immobili come ci ripete spesso Papa Francesco!».
Un gruppo di ragazzi dell’Acr ha poi letto alcuni stralci del documento finale “Light up Ragazzi in sinodo” che raccoglie la riflessione dei giovani dell’associazione che si sono incontrati a Roma dal 31 ottobre all’1 novembre in occasione dei 50 anni della fondazione dell’esperienza associativa per i più giovani.
L’amministratore Marco Mancini ha poi fotografato la situazione dell’Azione Cattolica nella nostra diocesi: «Dieci anni fa erano 900 tesserati oggi 651: 294 ragazzi, 120 giovani e 237 adulti. Si tratta di un calo in un certo senso fisiologico e in linea con l’attuale contesto storico e culturale. Un grande lavoro è stato svolto dal Michele Rosati, referente Ave (la casa editrice dell’Azione Cattolica, ndr). Nel prossimo futuro sarà necessario porre maggiore attenzione sulla privacy, in particolare sull’acquisizione e sulla gestione dei dati come richiesto dalla normativa vigente».
Molto atteso l’intervento del Presidente uscente Adamo Di Giacinti: «In questi tre anni ci hanno accompagnato 3 parole: custodire, generare, abitare. Il primo anno dai 150 anni di esistenza dell’AC abbiamo voluto custodire la memoria di questa storia per discernere l’essenziale della nostra vocazione originaria ai fini di quella “conversione missionaria” invocata da Papa Francesco per ogni Chiesa particolare a partire dalle parrocchie. Ciò richiede uno stile della vita associativa che si lega ad un’autentica comunione ecclesiale nella consapevolezza che l’una non potrà mai fare a meno dell’altra. Nel secondo anno ci ha accompagnato la parola “generare” che significa con le parole di Vittorio Bachelet di cui fra qualche giorno ricorre il 40 anniversario della sua scomparsa, “apprendere la virtù dell’incontro, accogliere l’invito a primerear, a prendere l’iniziativa, ad uscire fuori da sé per farsi prossimi, vivificati dalla Parola e dall’Eucarestia che continuamente rigenerano e rinnovano nell’amore. Generare relazioni nuove, per animare la passione verso l’impegno per il mondo. In questo terzo anno che stiamo vivendo, la parola che ci guida è “abitare”, incarnare quella condizione apparentemente contraddittoria di piena cittadinanza e di totale estraneità alle logiche del mondo, una condizione che diventa in sé presenza missionaria solo se è capace di contagiare con il piacere e la bellezza di credere insieme. E questo richiede l’avvio di un processo di riforma dei linguaggi dell’annuncio, perché abitare è la misericordia che apre gli occhi ed il cuore per comprendere quali siano i luoghi e le condizioni di vita che attendono la passione di tutta l’associazione. Abitare è la scelta di prendere residenza là dove il Signore si rende presente attraverso il bisogno dei poveri. Queste tematiche sono state portate avanti dai diversi settori pur non togliendo lo sguardo dal cammino diocesano. In un tempo caratterizzato da profondi mutamenti nell’organizzazione delle parrocchie, della diocesi, con l’avvio dei cantieri delle Unità Pastorali, l’Azione Cattolica è chiamata a collaborare per l’edificazione della Chiesa a fianco del parroco e del Vescovo. In particolare crediamo che la nostra tradizione ci consegna un impegno forte alla coltivazione e all’esercizio della comunione dentro la Chiesa: tra i diversi soggetti del Popolo di Dio, tra le diverse vocazioni e ministeri, tra i diversi livelli della vita ecclesiale. Cercare una comunione tra tutti è un invito ad edificare e testimoniare una Chiesa sinodale, facendo assaporare la bellezza di essere Chiesa, Popolo di Dio dai molti volti, popolo per tutti i popoli, dove tutti sono chiamati ad una piena partecipazione per una più ampia missione che non conosce confini o esclusioni».
Al termine della relazione si è aperto un ampio e vivace dibattito nel quale si sono espresse le varie anime dell’Associazione, un momento di confronto che è essenziale nella vita di una realtà ecclesiale fortemente caratterizzata da uno stile sinodale e democratico.
La prima parte dell’Assemblea Diocesana si è conclusa con la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Carlo Bresciani e concelebrata dall’Assistente Diocesano dell’Azione Cattolica don Luigino Scarponi. Nella sua omelia il Vescovo Carlo, tornando su quanto dibattuto durante la mattinata e calando la Parola di Dio nel contesto dell’Assemblea , ha invitato i presenti a essere come il sale della terra descritto nel Vangelo: «Il sale dà sapore al cibo scomparendo. Come cristiani non dobbiamo ricercare la visibilità, ma siamo chiamati a dare senso alle realtà nelle quali siamo immersi. Dal sale impariamo che per amare veramente dobbiamo farci da parte per fare spazio all’altro e questo significa che amare porta inevitabilmente a soffrire, perché per fare spazio agli altri dobbiamo per forza comprimerci un po’ noi».
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