Il riconoscimento si inquadra nell’ambito del Premio San Giacomo della Marca istituito 22 anni fa dal circolo culturale “Guardiamo al futuro” di Sarnano, in collaborazione con l’Università di Macerata, l’Università di Camerino e i Comuni di Sarnano e Monteprandone.
Quest’anno il tema scelto per il premio San Giacomo era l’archeologia, e immediatamente si è pensato alla figura del frate nato a Monteprandone, come San Giacomo della Marca e anche illustre archeologo.
Chi è padre Stanislao?
Stanislao nasce a Monteprandone, e, dopo l’ordinazione sacerdotale nel 1956, si trasferisce per gli studi superiori al Pontificio Ateneo Antoniano a Roma
Ma non tutti sanno che successivamente ha conseguito il dottorato in archeologia all’Oriental Institute della Chicago University poi ha insegnato archeologia biblica allo Studio Biblico Francescano di Gerusalemme del quale è ora professore emerito.
Specialista nel campo della ceramica palestinese dal I all’XI secolo, terminati gli studi a Gerusalemme è rimasto in Terra Santa.
Sia in squadra che come responsabile, ha condotto scavi dal 1962 al 1968 in Medio Oriente, a Betlemme, in Iran, in Siria e a Cafarnao.
Ha pubblicato numerosi libri e articoli su riviste specializzate. La sua bibliografia alterna testi scientifici a divertenti pubblicazioni dialettali, da lui stesso illustrate, su usi e tradizioni della sua amata Monteprandone. Sono conosciutissime le sue divertenti vignette in dialetto monteprandonese.
La storia della scoperta di Padre Loffreda
Cafàrnao era un antico villaggio di pescatori della Galilea, situato sulle rive nord-occidentali del lago di Tiberiade, in Israele. Qui Gesù iniziò il suo ministero, e quasi certamente lui e i suoi discepoli vivevano nella casa di Pietro. Nel mese di aprile del 1968, padre Virgilio Canio Corbo e padre Stanislao Loffreda, hanno fatto una scoperta sorprendente.
Avevano iniziato a lavorare su una chiesa bizantina a Cafarnao e, sepolta sotto i resti della chiesa, hanno trovato una piccola casa risalente alla fine del primo secolo a.C. usata dalle comunità cristiane. Una prova importante è stato il ritrovamento di graffiti, e oltre un centinaio di iscrizioni in più lingue che fanno riferimento a Pietro, e spesso, alternate alle parole, c’erano immagini di croci o barche.
Sono presenti anche graffiti di pellegrini che attestano una speciale venerazione per questo luogo, avvalorando così la tesi sulla autenticità della casa di Pietro. La scoperta degli archeologi francescani, e il risultato dei reperti archeologici, hanno dato la prova che la casa ritrovata era prima chiesa cattolica dove San Pietro avrebbe celebrato la prima Messa e dove con Gesù aveva vissuto duemila anni fa.
Nell’edizione aggiornata del 2018 della guida ai santuari della terra santa intitolata “Sulle orme di Gesù”, edita dalla Fondazione Terra Santa, viene riportato ufficialmente che gli scavi ripresi nel 1968 e terminati nel 1992 vennero effettuati ad opera dei francescani Corbo e Loffreda e portarono al ritrovamento della casa di San Pietro.
Motivazioni dell’Encomio Solenne: Illustre figlio della terra marchigiana, il riconoscimento per la capacità di aver coniugato una scelta di vita semplice e modesta in ossequio delle regole francescane con la vivacità intellettuale e l’alto livello raggiunto nel campo dell’archeologia biblica, con importanti scoperte nei luoghi della Terra Santa, culla del Cristianesimo.