“Con la comparsa dei ‘casi secondari’ dobbiamo attivare una strategia molto più incisiva di contenimento, ossia attivare restrizioni di movimento delle persone che sono state in contatto con i casi originari. Occorre cercare che questo focolai epidemici non diventino un’epidemia su tutto il territorio”. Lo dice al Sir Walter Ricciardi, docente di salute pubblica all’Università Cattolica e membro del Board europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità, mentre nel nostro Paese i dati sui contagi continuano drammaticamente a salire. Perché l’Italia è prima in Europa per numero di contagi? “Perché – risponde – nel nostro Paese sono state privilegiate misure che non avevano evidenze scientifiche – come il blocco dei voli diretti che ha solo ritardato ma non evitato gli arrivi che sono giunti per altre vie – e sono state sottovalutate misure efficaci quali il contenimento dei contagi, ossia la quarantena obbligatoria delle persone che tornavano da zone a rischio come hanno fatto Francia e Gran Bretagna, anche perché è stato provato che i contagi possono avvenire anche da soggetti asintomatici”. Ricciardi non ha dubbi e ribadisce la convinzione già espressa nelle scorse settimane al Sir: “L’unico strumento per combattere un virus per il quale non abbiamo né vaccino né terapia è l’isolamento e la quarantena: è questa la strada da continuare a percorrere in maniera chiara e inderogabile su tutto il territorio nazionale”. Purtroppo, aggiunge, “un’altra debolezza italiana è la mancanza di una linea di comando unica a fronte di una frammentazione regionale. Francia e Gran Bretagna hanno una linea unica, condivisa su tutto il territorio; l’Italia ha invece una linea declinata dalle regioni; serve una linea di comando unica”. Secondo l’esperto il rischio epidemia c’è, “ma saremo in grado di fronteggiarlo se faremo scelte adeguate dal punto di vista dell’evidenza scientifica, in modo tempestivo e coordinato su tutto il territorio nazionale. Serve inoltre uno sforzo di responsabilità collettiva da parte di tutti cittadini nel rispetto delle regole, dobbiamo lavorare coesi, tutti insieme per uscire da questa situazione di emergenza”.
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