“Combattere le fake news significa dare più libertà alle persone”. Lo ha detto il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, intervenendo al convegno promosso dall’Azienda ospedaliera “Ospedali Riuniti” di Ancona. Un tavolo di confronto tra medici, operatori sanitari e giornalisti per contrastare le “trappole informative” amplificate dalla vasta diffusione dei social, divenuti la vera fonte di informazione, per molte persone, anche sulle questioni mediche e sanitarie. “Le notizie false limitano la libertà delle persone perché le scelte si fanno sulla base delle informazioni a disposizione. Se possiamo confrontare fra informazioni vere, poi è facile scegliere con maggiore libertà. Se veniamo condizionati e ingannati da notizie false, viene eliminata la nostra libertà e capacità di scelta. Quindi c’è in gioco un valore fondamentale, cioè il rispetto dei propri diritti e dei propri spazi di valutazione”. Il presidente ha poi evidenziato che “in sanità l’inganno diventa pericoloso da molti punti di vista. Può mettere a rischio la nostra salute: quando l’informazione è falsa, ci spinge verso un atteggiamento sbagliato. Oppure ci fa spendere unitamente i soldi: quando ci viene detta una cosa, condizionati da questa falsa notizia, magari ci rivolgiamo a strutture che ci fanno spendere inutilmente soldi per avere servizi a cui possiamo accedere gratuitamente o pagando, se dovuto, il ticket”. Tasche e salute, ha rimarcato Ceriscioli, “sono questioni importanti per il cittadino, beni preziosi che vanno tutelati, trovando il giusto modo per difendersi. Oggi una visita, col sistema delle liste di attesa bonus malus, è sempre disponibile. Le fake news, oltre a rispondere a un interesse politico, coinvolge anche quello economico: di chi vuole accaparrarsi servizi, sostenendo che gli altri non li offrono”. Michele Caporossi, direttore generale Ospedali Riuniti di Ancona, ha sostenuto che “il mostro da combattere è la autoproduzione di fake news che si moltiplicano, da sole, online. Il controllo che c’era una volta, da parte dei mezzi di informazione, ha grandi difficoltà a confermarsi, perché c’è una autogenerazione di notizie, o presunti tali, incontrollabile. L’azienda ospedaliere propone un approccio multidisciplinare al problema, perché il problema non si risolve se ognuno sta al posto suo, se tra giornalisti e operatori sanitari c’è un dialogo fra sordi. Oggi le persone, con il dottor Google, cercano da sole le risposte. Il dottor Google sostituisce i medici in carne e ossa. Per la prima volta in Italia, abbiamo riunito, attorno allo stesso tavolo, giornalisti, medici e altri operatori sanitari, per discutere e trovare le soluzioni. Importate è mettere in campo strumenti di governo della comunicazione e dell’informazione, per fare in modo che il sistema della salute possa comunicare secondo scienza, criteri dell’appropriatezza e della massima evidenza scientifica: cioè i criteri delle prove di efficacia. Le fake news sono una vera e propria pandemia da contrastare”. Il presidente dell’Ordine dei giornalisti marchigiani, Franco Elisei, ha sottolineato che “molte fake news nascono dal contesto virtuale e spesso vengono considerate dai cittadini come notizie. In realtà sono opinioni, magari anche fonti per il giornalista che però deve verificarle. Il giornalista ha un ruolo di grande responsabilità nella verifica delle fonti, a tutela degli utenti. La verifica va fatta in funzione dei nostri codici deontologici. Le regole le abbiamo e verifichiamo che vengano applicate. Il problema, però, è che ci troviamo in un contesto in cui non c’è crisi di informazione, ma crisi di giornalismo, cioè il giornalismo spesso viene scavalcato per cercare un rapporto diretto con la notizia che, molte volte, notizia non è. Questo incontro è un passo avanti importante nei confronti della correttezza della notizia e dei rapporti tra sanità e informazione”. Il presidente della IV Commissione Sanità della Regione Marche, Fabrizio Volpini, ha auspicato “un approccio multidisciplinare per mettere in circolo una corretta informazione sanitaria, in grado di contrastare le fake news. I social hanno amplificato questa tendenza a fare da sé, con conseguenti rischi e danni alla salute. Insieme dobbiamo diffondere non messaggi rassicuranti, ma informazioni supportate dalla scienza”.