I media? Rischiano di indurre a “guardare dal balcone” il coronavirus. A sostenerlo, citando un’espressione che usa spesso il Papa, è stato il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, rispondendo alle domande dei giornalisti, nel corso della presentazione del messaggio del Papa sulla Quaresima. Interpellato sul modo in cui il mondo dell’informazione sta trattando questa emergenza sanitaria, Turkson ha ripreso la parte del messaggio in cui Francesco mette in guardia da “un uso forviante dei mezzi di comunicazione”, spesso più inclini al “chiacchiericcio, dettato da vuota e superficiale curiosità”. “I media – ha spiegato il cardinale – sono uno strumento necessario per scambiare informazioni e idee”. Il panorama, però, per Turkson è molto diversificato: “Diversi media servono a comunicare idee e informazioni, altri sono vuoti e senza contenuto”. “In questi giorni assistiamo al coronavirus davanti alla televisione, come ad altre miserie in altre parti del mondo”, l’analisi del cardinale: “Per la loro importanza, i media creano anche certe barriere: si può vedere cosa succede, ma vedersi non coinvolti, distaccati, perché non ci si trova in quella situazione”. Di qui il rischio di “osservare qualcosa dal balcone”, come dice Papa Francesco: “Lo vedi, ma non ti coinvolge. Si sente, si vede, ma siamo fuori”. “Sarebbe bene che ci fosse uno spirito diverso, di coinvolgimento, per fare qualcosa di utile per risolvere il problema”, l’auspicio dei Turkson.
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