Da Avvenire

“Questo è il momento di fare un passo in più”. E’ un Conte determinato e apparentemente sereno, quello che alle 21.45, si rivolge in diretta facebook (rilanciata da tutte le televisioni nazionali) per annunciare ulteriori misure dopo quelle già implementare nei giorni scorsi: chiusura di tutte le attività commerciali al dettaglio, ad eccezione di quelle relative ai servizi di pubblica utilità, ai servizi pubblici essenziali, alla vendita di beni di prima necessità. E poi chiusura di tutti i centri commerciali, degli esercizi commerciali presenti al loro interno e dei reparti di vendita di beni non di prima necessità. Aperte invece le farmacie, le parafarmacie e i punti vendita di generi alimentari e di prima necessità.

E poi chiusura di ristoranti, attività artigianali di servizio, come parrucchieri, estetisti.

L’economia va avanti, ma nelle imprese “vanno incentivate le ferie, i congedi retribuiti, chiusi i reparti industriali non essenziali per la produzione”. Le fabbriche possono continuare a produrre, ma nel rispetto delle regole di sicurezza, cioè fondamentalmente la distanza di sicurezza.

Per quanto riguarda i tempi, Conte parla di “un paio di settimane”: “Per avere un riscontro effettivo di
queste misure dovremo attendere un paio di settimane. Se i numeri dovessero continuare a crescere, cosa nient’affatto improbabile, non significa che dovremo affrettarci a nuove misure. Non dobbiamo fare una corsa cieca verso il baratro. Dobbiamo essere lucidi, responsabili, misurati“.

Il premier Conte in apertura di discorso ringrazia i medici e il personale sanitario che lotta strenuamente contro il virus, poi ringrazia gli italiani per aver cambiato le abitudini di vita, “cambiamento faticoso ma che rende un grande contributo al Paese”.

“L’Italia prova di essere una grande Nazione, diamo prova di grande resistenza. il mondo di guarda e ci prende come esempio positivo di un Paese che ha saputo reagire con maggior forza, diventando un modello per tutti gli altri”.

E’ una sfida che mette a dura prova il nostro sistema sanitario e la tenuta del sistema produttivo.

Mentre i contagiati da Coronavirus sfondano in Italia i 10mila casi, (10.590).

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