COLONNELLA- In tempi di coronavirus sono molte le abitudini e le azioni che abbiamo dovuto modificare nelle nostre giornate, ma quella che ha avuto un maggiore impatto sulla vita quotidiana delle famiglie – ed in particolar modo delle mamme – è senza dubbio la chiusura delle scuole e la conseguente attivazione della didattica a distanza. Per sapere di cosa si tratta, come funziona e soprattutto se sia efficace, abbiamo intervistato due docenti dell’istituto Comprensivo Corropoli – Colonnella – Controguerra: la Maestra Monica Mazzei, insegnante di matematica, scienze, tecnologia, inglese e geografia alla Scuola Primaria, e la Prof.ssa Stefania Grilli, docente di lettere, storia e geografia della Scuola Secondaria di I Grado, entrambe impiegate nel plesso di Colonnella.
In cosa consiste la didattica a distanza?
Maestra Mazzei: “Per didattica a distanza si intende l’insieme di tutte quelle attività didattiche che sono svolte all’interno di un progetto educativo che non prevede la compresenza di docenti e alunni nello stesso luogo. È necessario, oltre che obbligatorio, per noi docenti favorire il più possibile la continuità didattica ed evitare una mera trasmissione di compiti ed esercitazioni quando non accompagnata da una qualche forma di azione didattica.”
Prof.ssa Grilli: “La didattica a distanza è una modalità di insegnamento che sfrutta diversi strumenti digitali (chat, classi virtuali e community) e consente ai docenti di guidare e supportare gli studenti nello studio, anche in queste difficili settimane. Tuttavia, malgrado le risorse del web siano tante e diversificate, la didattica online non può assolutamente essere paragonata alle attività in aula, che vivono di interazioni sociali fondamentali: un sorriso, un incoraggiamento risultano, a volte, più funzionali di qualsiasi strategia educativa.”
Quali strumenti avete adottato per attuare la didattica a distanza?
Maestra Mazzei: “Abbiamo subito seguito le direttive della Dirigente, fornendo link utili finalizzati all’apprendimento ma, vista la giovane età dei nostri bambini, anche alcuni link ludici e divertenti in cui si può imparare giocando. Poi, per quello che riguarda le classi dove insegno, io e le mie colleghe abbiamo deciso anche di mantenere il più possibile la routine quotidiana che i bambini hanno imparato a conoscere: data, cornicetta… Questo forse può sembrare banale, ma per i bambini le loro abitudini sono importanti.
Prof.ssa Grilli: “I nostri ragazzi sono più grandi, quindi quasi tutti hanno a disposizione un telefono cellulare ed altri supporti elettronici: per questo motivo possiamo fornire loro PowerPoint sintetici ed esplicativi dei vari contenuti, videolezioni realizzate con “Screencast-o-matic”, una selezione di video disponibili sul web (come ad esempio quelli offerti dalla Rai) e ovviamente il supporto Whatsapp. Inoltre le scuole stanno attivando anche piattaforme che consentiranno di aprire aule virtuali. A breve, anche il nostro Istituto dovrebbe fornire tale possibilità.”
Quali sono le criticità che avete riscontrato negli strumenti utilizzati?
Maestra Mazzei: “Non ci sono state particolari criticità perché dove non sono arrivate le capacità informatiche di alcuni genitori sono arrivate la solidarietà e il reciproco aiuto degli altri genitori e di noi insegnanti che, sempre in contatto con i rappresentati, abbiamo risolto alcuni problemi legati all’utilizzo del pc.”
Prof.ssa Grilli: “Le conoscenze informatiche dei ragazzi e degli insegnanti sono eterogenee: a volte è sufficiente modificare l’estensione di un file oppure può verificarsi che il browser non supporti il programma e l’utente si trova di fronte ad ostacoli insormontabili solo apparentemente, ma che in questo momento disorientano gli alunni e le famiglie. La scuola, inoltre, deve muoversi sempre nel massimo rispetto della privacy degli studenti: questo complica un po’ le procedure e rallenta e scoraggia gli insegnanti.
Quali sono invece i dati positivi riscontrati?
Maestra Mazzei: “Avendo alunni molto piccoli e quindi non molto in grado di gestire autonomamente il pc, abbiamo trovato nei genitori un indispensabile aiuto e ristabilito con loro una grande alleanza educativa. Per questo motivo mi sento di ringraziare tutti i miei genitori perchè, nonostante tutto, riescono ad essere gentili, allegri e collaborativi e ci rendono parte integrante della vita dei loro bambini.“
Prof.ssa Grilli: “Questa modalità di lavoro costringe tutti a trovare soluzioni originali e creative; spinge gli studenti ad una full immersion nell’informatica e ad un’attività di collaborazione e sostegno reciproco per affrontare le molteplici difficoltà che insorgono. In questo momento, probabilmente, quelli più smarriti sono i genitori, che saranno certamente tempestati di richieste da parte dei ragazzi. Sono certa, tuttavia, che da questo forzato tuffo nel web, tutti impareremo tanto.
Dunque la didattica a distanza è uno strumento efficace o no?
Maestra Mazzei: “Ad oggi non posso rispondere a questa domanda. Per ora posso solo dire che la distanza tra noi isnegnanti ed i bambini non è poi così grande, visto che i genitori ci inviano quotidianamente video dei loro figli che ci salutano e virtualmente ci abbracciano.”
Prof.ssa Grilli: “Lo vedremo al rientro a scuola. Credo, però, che i ragazzi abbiano acquisito un maggior senso di responsabilità. Dai loro interventi, dalle loro risposte si intuisce che hanno preso la situazione seriamente e che stanno cercando di fare del loro meglio.”
Come state vivendo questa nuova esperienza? Come vi sentite?
Maestra Mazzei: “La cosa più triste di tutta questa emergenza è che ci mancano da morire i nostri bambini, anche quelli più birbantelli! Siamo abituate al rapporto umano quotidiano, agli abbracci dei nostri bambini, ai loro sorrisi, ai loro occhioni che si spalancano quando gli presentiamo cose nuove da fare e alle loro espressioni gioiose quando capiscono un nuovo concetto. Questa situazione di lontananza quindi è molto pesante, ma, per quello che mi riguarda, da maestra e madre posso solo dire che bisogna essere fiduciosi e imparare dai bambini: a scuola insegnano più loro che noi insegnanti e mai come in questo momento ne stanno dando prova.
Prof.ssa Grilli: “In questo momento stiamo vivendo con molta ansia, sicuramente. Non vedere i ragazzi, non avere un riscontro visivo, oserei dire “emotivo” su quello che stiamo cercando di “dare” loro, ci rende incerti e ci fa mettere in discussione ogni scelta. Al contempo, sono certa che questa storia ci vedrà tutti più uniti. La scuola è come una famiglia, con le dinamiche della famiglia: si sorride, ci si aiuta, si discute. Il tutto è finalizzato ad aiutare i ragazzi a diventare il “meglio di ciò che sono chiamati ad essere” e questo rasserena e incoraggia.
A conferma di quanto affermato dalle docenti, riportiamo le dichiarazioni di Fausto Di Quirico, genitore di tre figli e da due anni membro del Consiglio di Istituto Scolastico: “In qualità di rappresentante di Istituto, mi sono confrontato con i rappresentanti di classe nella nostra chat di WhatsApp ed ho recepito tanti riscontri positivi in merito alla didattica a distanza. Inizialmente c’è stata qualche lamentela, a volte dovuta ad un intasamento delle chat, altre volte causata dalla difficoltà di accedere al registro elettronico, altre volte generata semplicemente da un senso di smarrimento di fronte al cambiamento obbligato a cui la circostanza ci ha portato. Tuttavia la situazione si è presto stabilizzata, grazie alla gestione attenta degli insegnanti che hanno fornito ai ragazzi lezioni audio o video prima di assegnare i compiti, hanno dato la massima flessibilità anche nelle scadenze e soprattutto hanno cercato di accorciare le distanze in ogni modo: c’è chi ha dato la disponibilità ad inserire il proprio numero telefonico nelle chat degli studenti, chi ha fornito un indirizzo di posta elettronica per l’invio dei compiti, ma soprattutto tutti – e sottolineo tutti – hanno accompagnato ogni lezione a distanza con qualche parola di conforto o con un saluto affettuoso.“
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