hollywoodiani, avrebbe potuto immaginare uno scenario simile per Roma e per l’Italia intera, in questo periodo di emergenza sanitaria da coronavirus Covid-19. Strade desolate senza macchine né persone che, ormai, si raccolgono in lunghissime file ordinate solo davanti agli ingressi di supermercati e farmacie. Quasi tutti con indosso mascherina e guanti, anche se medici e virologi continuano a ripetere all’impazzata che, ad eccezione che si sia malati, basta mantenere la distanza di sicurezza e lavarsi le mani per evitare contagi. Ma d’altronde siamo in quell’Italia che è passata da un fine settimana nel quale “tanto è poco più che un raffreddore” e quindi tutti per strada continuando a vivere come se niente fosse, al fine settimana seguente dove dalla finestra di una casa una giovane signora ha deciso di trascorre l’intera giornata ad inveire contro i pochi passanti al grido di “dovete restare a casa”, non arrendendosi neppure difronte a chi le risponde “purtroppo devo andare a lavorare signora”, la sua risposta “e a me che me ne frega!?!”. Quello che accomuna supermercati e farmacie in questo momento, non sono solamente le file di persone ad attendere il loro ingresso contingentato, ma anche gli scaffali dove scarseggiano o mancano del tutto alcuni prodotti. Nei supermercati l’incetta di alcuni prodotti è dettata dall’ansia delle persone di doverne restare senza, non a caso sono andate a ruba le confezioni di Nutella che potrebbero essere
paragonabili allo zucchero e il caffè della Seconda guerra mondiale. Le farmacie di tutta Italia invece sono ormai identificabili non solo per l’insegna con la croce verde luminosa, ma anche per un cartello di carta affisso in vetrina con su scritto “mascherine esaurite”. Assieme ai gel igienizzanti per le mani, sono proprio le mascherine il prodotto più richiesto nelle farmacie che, per bocca degli addetti ai lavori, sono l’argomento principale anche delle tantissime telefonate che mettono in crisi il centralino di queste attività. “Chiedono molta Tachipirina e prodotti per l’influenza, anche se non ne hanno bisogno, ma vogliono fare una scorta”, la testimonianza del dott. Mario Marchese, della farmacia Marconi poco distante dall’ospedale Spallanzani di Roma, in prima linea come tutti i suoi colleghi per cercare di soddisfare la richiesta ingente anche di farmaci immunostimolanti, termometri infrarossi, guanti monouso e tutto ciò che può servire per combattere un’infezione virale. Una situazione per la quale le farmacie si stanno spendendo anche nel cercare di rassicurare i clienti, con accorgimenti come ad esempio gli ingressi contingentati, il rispetto della distanza di sicurezza con linee tracciate sul pavimento o i parafiato, barriere in plexiglass trasparente disposte sui banconi per evitare la
contaminazione delle vie aeree. “Credo che se tutti facciamo il nostro dovere riusciremo ad uscirne presto. Dobbiamo restare tranquilli, perché il panico non ci porta da nessuna parte e ci fa commettere errori”, le parole di Teresa Addati, una delle persone impiegate nella farmacia Marconi che confessa di vivere con serenità il fatto di non poter restare a casa ma di dover lavorare perché al servizio della comunità. Come tutte le medaglie però ci sono sempre due facce e, anche in questo caso, esiste quella che nega il sacrificio di molti, come ad esempio le storie sulle quali anche la Guardia di Finanza sta indagando in giro per l’Italia in questo periodo, che raccontano di persone che hanno gonfiato esageratamente i prezzi degli articoli più richiesti per lucrarci sopra. “Purtroppo episodi di sciacallaggio ci sono. Ci sono persone che non hanno scrupoli e pensano a lucrare sulla salute degli altri”, la condanna del dott. Marchese che non nasconde la difficoltà anche per loro nel reperire materiale al medesimo costo di prima che ci si trovasse in questa situazione.
Qualcuno potrebbe dire che purtroppo si sa come siamo fatti, quindi non ci scandalizziamo più molto se le catene per auto aumentano di prezzo proprio quando inizia a nevicare, o se qualcuno durante la calda estate del Giubileo prendeva le bottiglie dell’acqua distribuite gratuitamente ai fedeli per strada e le rivendeva nei negozi a prezzi esorbitanti. Siamo fatti così ma questa volta ci siamo spaventati, basta guardare gli autisti degli autobus e i tassisti che sembrano quasi dei medici appena usciti dalla sala operatoria, e per questo vorremmo che tutti rispettassero le regole, a partire dal non uscire per strada, forse però non per il loro bene ma per quello di tutti, il nostro per primo però.