Nella nota, un riferimento all’immagine dei mezzi militari, a Bergamo, che trasportano le bare verso i forni crematori: “Rende in maniera plastica la drammaticità di quello che il Paese vive. Per il rispetto delle misure sanitarie, tanti di questi defunti sono morti isolati, senza alcun conforto, né quello degli affetti più cari, né quello assicurato dai sacramenti”. Di qui, l’iniziativa di preghiera nei cimiteri da parte dei vescovi, che ricordano come “le comunità cristiane, pur impossibilitate alla vicinanza fisica, non fanno mancare la loro prossimità di preghiera e di carità”. Tutti i giorni, infatti, i sacerdoti celebrano la Messa per “l’intero popolo di Dio, vivi e defunti”. “L’attesa è per la fine dell’emergenza, quando si potrà tornare a celebrare l’Eucaristia insieme, in suffragio di questi fratelli”.