È l’obiettivo del decreto “Cum sanctissima” della Congregazione per la Dottrina della fede, che dal gennaio del 2019 si occupa delle materie precedentemente attribuite alla Pontificia Commissione “Ecclesia Dei” e ha portato a compimento il lavoro già intrapreso da più anni da detta Commissione per adempiere il mandato dato da Papa Benedetto XVI di facilitare la celebrazione, nella forma extraordinaria del Rito Romano, dei santi più recentemente canonizzati. Il decreto – si legge nella presentazione – precisa che la messa festiva può anche essere celebrata in onore dei santi canonizzati dopo il 26 luglio 1960, data dell’ultimo aggiornamento del Martirologio della forma extraordinaria), nel giorno della relativa ricorrenza liturgica. “La celebrazione dei santi più recenti conformemente a queste nuove disposizioni non è che una possibilità, e di conseguenza, essa rimane facoltativa”, si precisa nel decreto: “Chi desidera, quindi, celebrare i santi seguendo il calendario della forma extraordinaria così come stabilito dal libro liturgico, rimane libero di farlo”, tanto più che “l’esistenza di feste facoltative in onore di santi non è una novità assoluta nel Rito Romano, dato che durante il periodo post-tridentino, e fino alla riforma delle rubriche effettuata da Papa S. Pio X, il calendario ha comportato ben venticinque di queste feste cosiddette ad libitum”. Il nuovo decreto dà, d’altra parte, “una ulteriore possibilità per il caso in cui si celebra secondo il calendario vigente, ma che nel medesimo tempo si desidera onorare eventuali altri santi occorrenti”. “Nello scegliere o meno di avvalersi delle disposizioni del decreto nelle celebrazioni liturgiche in onore dei santi, si fa appello, ovviamente, al buon senso pastorale del celebrante”, la raccomandazione contenuta nel decreto, che fornisce anche “precisazioni utili” per il caso particolare delle celebrazioni degli Istituti religiosi e delle Società di vita apostolica.