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Inghilterra “ridedicata” alla Madonna

Silvia Guzzetti

Una preghiera personale alla Madonna, che ciascuno può recitare a casa propria, affidandosi alla Vergine. È stata questa idea, venuta quasi tre anni fa a mons. John Armitage, rettore di Our Lady of Walsingham (Nostra Signora di Walsingham), il santuario mariano inglese più importante, a limitare l’impatto che il coronavirus avrà sulla ridedicazione dell’Inghilterra come “dote” di Maria domenica 29 marzo. Quasi vi fosse un piano predisposto, visto che il Regno Unito è ormai in quasi completo “lockdown”, la chiusura di ogni attività produttiva e sociale non essenziale e la proibizione di uscire da casa, scattata proprio pochi giorni prima di questa importante celebrazione, avrebbero rovinato qualunque funzione. Domani, a qualche giorno dall’Annunciazione, i cattolici di Inghilterra e Galles faranno memoria di quell’atto, compiuto da Riccardo II nel 1381, con il quale il re dedicò l’Inghilterra a Maria, un titolo che nessun sovrano o parlamento ha mai rimosso neppure durante la Riforma. Alle prese con la rivolta dei contadini, insorti per le troppe tasse imposte, il famoso sovrano aveva visitato la cappella della Madonna a Westminster Abbey, nel centro di Londra, per chiedere aiuto alla Vergine alla quale poi affidò l’intero Paese, in segno di ringraziamento, perché era riuscito a fermare la ribellione.

Una Lourdes inglese. È lo stesso mons. Armitage a raccontare al Sir l’antichissima devozione mariana dell’Inghilterra dove, attorno all’anno mille, la Madonna apparse alla nobildonna sassone Richeldis de Faverches, conducendola nella sua casa di Nazareth e chiedendole di costruirne una simile proprio a Walsingham, al confine nordorientale d’Inghilterra. “Riccardo II scelse il titolo ‘dote di Maria’ per l’Inghilterra ma già dall’anno mille, dai tempi di Edoardo il confessore, si celebrava qui la festa dell’Immacolata Concezione e si parlava delle ‘gioie di Maria’, la presenza della Madonna nei momenti chiave della vita di Gesù”, spiega Armitage. “Le radici di questo culto mariano si trovano a Walsingham, luogo di un pellegrinaggio medioevale importantissimo, alla pari di Roma, Gerusalemme e Compostela, fino a che Enrico VIII rase al suolo il luogo di culto durante la Riforma. Quando sono stato nominato rettore, nel 2014, mi sono accorto che c’era il bisogno di una riscoperta del significato del titolo ‘Inghilterra dote di Maria’ e anche del messaggio che la Madonna ha voluto inviare ai fedeli in questo santuario riaperto nel 1800, l’invito a condividere la sua profondissima gioia al momento dell’Annunciazione”.

Migliaia di fedeli. È nata così l’idea di portare la statua della Madonna, una copia dell’originale, che venne bruciata e gettata nel Tamigi, ai tempi della Riforma di Enrico VIII, in ogni cattedrale d’Inghilterra così che i fedeli potessero pregare e restituire alla Vergine il Paese che re Riccardo II le aveva affidato oltre seicento anni fa. “Abbiamo cominciato da Liverpool, nel giugno di due anni fa, pregando, per tre giorni, in ogni cattedrale dove siamo stati e dove migliaia di fedeli si sono riuniti”, continua mons. John Armitage. “Non avremmo mai immaginato che il culmine delle nostre celebrazioni avrebbe coinciso con la diffusione del coronavirus. La mano di Dio ci ha davvero guidato perché ci ha consentito di concludere il nostro percorso, se facciamo eccezione per il parlamento di Westminster e la londinese Westminster Cathedral, chiesa madre del cattolicesimo inglese, dove saremmo dovuti andare proprio quando il governo britannico ha proibito gli assembramenti. Né il contagio ci ha costretti a modificare in modo significativo il nostro programma. Non abbiamo mai pensato, infatti, a una grande celebrazione per domenica 29 marzo”.

Preghiera personale. Per riconsegnare l’Inghilterra a Maria ciascun fedele reciterà una preghiera costruita attorno all’Angelus e disponibile sul sito del santuario di Walsingham (https://www.walsingham.org.uk/rededication/) nella quale si rimette a Dio la propria fede e la propria vita personale. “L’idea di questo momento personale di comunicazione con Dio, da affidare ad ogni fedele che sia interessato, mi è venuta durante il Giubileo della misericordia quando ho saputo che Papa Francesco aveva scritto ai prigionieri, spiegando loro che, anche se non potevano passare dalla porta santa di una cattedrale, le porte delle loro celle potevano svolgere la stessa funzione”, dice ancora mons. Armitage. Sarà proprio lui, da solo, a celebrare la messa alle 12, e, dopo l’omelia, a ridedicare l’Inghilterra alla Madonna con una preghiera che risale ad Erasmo da Rotterdam, uno dei tanti visitatori famosi di Walsingham. “Leggerò anche una lettera che ci ha inviato Papa Francesco”, conclude il rettore del santuario. “Da giorni abbiamo uno streaming in diretta, ventiquattro ore su ventiquattro, delle messe che celebriamo tre volte al giorno, dei momenti di adorazione e del rosario. La risposta è stata incredibile. Diecimila fedeli ci hanno seguito qualche giorno fa”.

 

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