SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’imponderabile irrompe nelle nostre vite, stravolgendone la forma. Ma la sostanza di certe ricorrenze è più forte di qualsiasi virus ed anche grazie a questa forza, quando le cose – presto o tardi – torneranno alla normalità, si potrà davvero ripartire di slancio. Ecco il senso delle celebrazioni per San Giuseppe, vissute ormai due settimane fa da tanti fedeli dell’omonima chiesa, incastonata nel cuore urbano sambenedettese. Una celebrazione che vede sempre in prima linea i gruppi del Catechismo parrocchiale. Così è stato anche questa volta, nonostante l’Emergenza-Coronavirus ed i ben noti provvedimenti di distanziamento sociale, presi dal Governo per contenere il propagarsi dell’infezione.
Passata la festa, a mente fredda, si può tirare un bilancio davvero insolito – visto il contesto – ma comunque sostanzialmente positivo. Perché? Presto detto: «San Giuseppe è stato festeggiato e pregato da dentro le case» ci dice Anna Fortunato: una delle catechiste. «Avevamo preparato tutto: messa, processione, pranzo, giochi, gara dei dolci, ed il selfie dei papà. Ma purtroppo quest’anno è andata così. Padre Valerio ci ha mandato una preghiera che noi catechisti abbiamo inviato alle famiglie, così hanno potuto onorare il nostro Santo da casa».
Così, all’interno delle mura domestiche, il 19 marzo è stato scandito da momenti di preghiera, ma anche da giochi e altre divertenti attività. Rispettata la tradizione che vuole piccoli e grandi alle prese con zucchero e farina: «Ci hanno inviato i dolci preparati per la Festa del Papà, insieme ai bigliettini d’auguri – ci racconta la catechista Anna -. C’è anche una bimba di seconda elementare che ha dedicato un cartellone per i dottori e gli infermieri. Poi, la sera, ci siamo collegati tutti sul Rosario del papa mettendo una candela alla finestra. Anche se eravamo distanti eravamo tutti uniti in preghiera».
Gli effetti di questa situazione d’emergenza non spariranno certo dall’oggi al domani: Le comunione e le cresime saranno rinviate sicuramente a settembre – prevede Anna Fortunato – si faranno con più tranquillità e soprattutto con tanta Fede in più, dopo questo periodo. A tutti noi catechisti mancano tanto i bambini/ragazzi. Ma siamo sicuri che passerà tutto molto presto ed appena possibile festeggeremo alla grande in parrocchia tutti uniti».
Domanda: i più giovani come stanno vivendo questo difficile momento? «Ci sono i ragazzi/e che gli mancano tanto i nonni. Per il loro bene – quello dei nonni ndr – non li vedo, gli mancano gli abbracci che ci scambiavamo il sabato, manca la preghiera tutti insieme in cortile uniti per mano il giovedì. Manca l’Eucarestia. Manca tutto – rimarca con tristezza la catechista -. Una ragazza di Seconda Media, per telefono mi ha detto questa frase: “Sai Anna, penso che tutto questo ci farà cambiare un po’, dobbiamo essere più uniti, pensare di più al prossimo”. È una frase che da catechista mi ha commosso. Ha ragione stiamo vivendo una Quaresima molto sentita. Io sono sicura che ne usciremo, ma diversi. Fors, lo spero, con molta più Fede».
«Come ci ha salutato Padre Valerio in un suo messaggio: “Vi saluto caramente in questo tempo senza volti ma di tanta passione”. Ha ragione: non possiamo vederci ma c’ è tanta passione in tutto quello che facciamo – conclude -. Il nostro ringraziamento va a tutti i genitori, sempre pronti e attenti ad aiutarci a realizzare le idee del catechismo, anche da lontano».
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