Un servizio di ascolto e accompagnamento psicologico per i cappellani ospedalieri e i loro collaboratori in questo periodo di grande impegno e di radicale modifica dei comportamenti abituali.
A proporlo, a titolo gratuito, è l’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, in collaborazione con l’Aippc – Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici. “Si tratta di offrire un aiuto a una parte di Chiesa così esposta in prima linea nella lotta al Covid-19, di fronte alle nuove modalità in cui lo stress si sta manifestando nell’accompagnare spiritualmente il malato, i suoi familiari, gli operatori sanitari, altri operatori pastorali”, spiega in una nota il direttore don Massimo Angelelli. Obiettivo è “creare un’occasione di dialogo per gestire l’impatto emotivo e così disinnescare (defusing) la carica potenzialmente traumatica. Questa attenzione specifica può e deve essere indirizzata ai curanti, a chi mai come oggi continua ad accompagnare i fratelli (il malato, l’operatore sanitario) impegnati al confine tra la vita e la morte, o chi vive un tipo di lutto inesistente in precedenza nel nostro orizzonte culturale, perché oggi vengono negati vicinanza, ultimo saluto, preghiera condivisa dei familiari”. Il servizio di ascolto e dialogo è offerto dall’Itci– Istituto di terapia cognitivo interpersonale, guidato dal diacono e psichiatra Tonino Cantelmi. L’attività di sostegno si svolge tipicamente nella modalità della video-chiamata; è indirizzata ai cappellani e agli assistenti religiosi di strutture sanitarie e socio-sanitarie. Un accompagnamento che si unisce, conclude la nota, “in maniera complementare alla quotidiana vicinanza espressa da una preghiera intensa, condivisa e fortemente sentita da ciascuno di noi”.