SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra”. La celebre frase del Vangelo secondo Matteo trova una bella applicazione pratica anche in questi tristi tempi di Coronavirus. Ciò avviene presso la parrocchia della Sacra Famiglia, dov’è stato attivato un servizio di consegna anonima di pacchi-cibo, a cui chi ha davvero bisogno può accedere senza alcuna formalità, semplicemente entrando nella chiesa del quartiere Ragnola. Lì (dalle ore 9 alle 19) su un tavolo vengono riposti i contenitori con i generi di prima necessità. Anche chi vuol donare degli alimentari può farlo (sempre in forma anonima) lasciando le derrate sempre all’interno delle sacre mura. Successivamente, saranno smistate dal personale parrocchiale dei vari pacchi.
L’iniziativa è andrà avanti per tutto il mese. I primi numeri di questo servizio sono già alti. «Abbiamo aperto alle nove e, poco dopo mezzogiorno, erano già stati presi 20 pacchi – ci dice il parroco: Don Francesco Ciabattoni, facendo i conti della prima mattinata operativa -. Io ed il viceparroco controlliamo periodicamente, cercando di non lasciare mai la chiesa sguarnita di viveri. Attualmente questo nostro piccolo gesto si rivolge principalmente alle persone di Porto d’Ascoli, perché abbiamo scorte limitate. Ma se dovessero aumentare le donazioni, come ci auguriamo, potremo aiutare ancora di più».
Una volta a settimana, all’interno dei pacchi vengono inseriti anche dei buoni-spese per cibi freschi come frutta, verdura e carne. Abbiamo stretto delle convenzioni con alcuni negozi del quartiere. Soltanto per i buoni, prevediamo una spesa di almeno 1.000 euro. Chi vuol donare, può farlo seguendo i recapiti presenti in fondo all’articolo.
In ogni confezione a disposizione dei più bisognosi c’è anche un piccolo dispenser di gel-disinfettante e, inoltre, ci saranno presto anche delle mascherine. «Questo grazie ad una ditta di Porto d’Ascoli che garantirà alla parrocchia una fornitura di 1.000 pezzi. Questa ditta presente nel nostro territorio produce delle mascherine, 500 ci verranno donate, mentre le restanti le acquisteremo con una somma donazione personale mia e del viceparroco» prosegue Don Francesco, passando a commentare più estesamente questa iniziativa.
«E’ una goccia nell’oceano, ma è la nostra piccola goccia – sottolinea il sacerdote -. Un contributo che ci sentiamo di dare in questa Quaresima vissuta seguendo due parole-chiave: Preghiera e Amore. L’amore sta anche nell’essere solidali verso il prossimo in difficoltà. Vogliamo simbolicamente rappresentare la mano della carezza di Dio, ricordandoci anche l’insegnamento di Gesù: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare”».
Tornano così le parole dell’evangelista Matteo: estrapolate da un passaggio che, letto nella sua interezza, ha dei forti rimandi anche all’attualità, con l’emergenza-Coronavirus che si sta trasformando di giorno in giorno in emergenza-sociale, visto che cresce il numero di quanti non riescono più ad avere i soldi necessari all’acquisto dei beni essenziali, come appunto il cibo.