«Si conceda alle mamme ed i loro figli di essere accolti presso le case famiglia – propone Ramonda – e, laddove questo sia impraticabile per le loro mamme, si liberino questi bambini con il collocamento presso parenti idonei e/o famiglie affidatarie».
La pandemia attuale riapre una delle profonde ferite del diritto penale italiano. La legge n. 62/2011, in materia di detenute madri, presenta limiti che debbono essere superati. Se le prospettive di riforma erano già urgenti, ora sono ancor più esigenti a causa del sovraffollamento delle carceri.
«E’ indispensabile adottare provvedimenti eccezionali e indifferibili, – conclude Ramonda – tali da non permettere a nessun bambino di continuare a scontare la pena in carcere con le proprie madri. Il Paese abbia a cuore le sorti di questi bambini che vivono in galera senza alcuna colpa. Il Paese non volti la faccia e protegga questi suoi figli».