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Scuola, i Maestri Persiani, Vagnoni e Tozzi raccontano come stanno sostenendo i loro alunni e le famiglie

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In questi giorni stiamo raccontando come le scuole stiano affrontando l’emergenza coronavirus. Abbiamo dato voce a presidi, insegnanti e studenti e la nostra attenzione fino ad ora si è focalizzata soprattutto sugli istituti superiori. Oggi invece vorremmo farvi conoscere la situazione nelle scuole primarie (elementari) del nostro territorio e per questo abbiamo contattato alcuni Maestri.

Il Maestro Andrea Persiani è docente presso l’Istituto Comprensivo San Benedetto Nord – Plesso “Moretti” e lavora nelle classi Montessori. Ci ha parlato del suo lavoro e di quello delle sue colleghe come mezzo di supporto emotivo alle famiglie e agli alunni: «All’inizio abbiamo provveduto a rimanere in contatto con le famiglie tramite telefono oppure con delle videochiamate su skype e whatsapp. Abbiamo fornito attraverso la piattaforma del registro elettronico del materiale didattico. Abbiamo cercato di dare prima di tutto un supporto emotivo, tanto ai bambini quanto alle famiglie, per affrontare questa particolare situazione. Nei primi giorni dell’emergenza coronavirus con le colleghe Mariannunziata Rosetti della IA Montessori e Alessandra Curzi della IIA Montessori abbiamo realizzato un video e lo abbiamo caricato su youtube raccontando una favola scritta da me: I biblini e le corone malefiche. Adesso stiamo andando avanti con lezioni in streaming o anche videoregistrate sulla piattaforma WeSchool. Per i bambini non è un momento facile perché si trovano costretti a stare tutto il giorno dentro casa».

Il Maestro Mario Vagnoni è invece docente di Religione Cattolica presso l’Istituto Comprensivo “Sandro Pertini” di Martinsicuro. Nella sua scuola la didattica a distanza si sta potenziando di giorno in giorno e anche lui prende questa occasione come una sfida: «In questo tempo di quarantena la didattica a distanza per me è stata una novità con cui mi sto abituando a lavorare anche se non ero né preparato, né formato. Nelle scuole dove lavoro ci stiamo attrezzando per dare un supporto, non solo cognitivo, ma anche morale ai bambini che stanno vivendo un periodo particolare e difficile della loro vita, costretti a stare in casa per molto tempo. Oltre dunque ai compiti è necessario accompagnarli ed incoraggiarli. Per adesso nelle nostre classi non ci sono ancora video lezioni, ma a breve saranno realizzate. Per ora abbiamo dei forum in cui noi insegnanti possiamo interagire con gli alunni. Quando faremo video lezioni sicuramente avremo la possibilità di rendere le lezioni più stimolanti e significative. Per quanto mi riguarda sarà l’occasione per proporre letture utili a far riflettere sul tempo storico che stiamo vivendo».

Nella didattica a distanza ha un ruolo centrale l’animatore digitale, una figura che ha fatto il suo ingresso nella scuola italiana con la cosiddetta “legge sulla buona scuola” e che ha il compito di modernizzare la didattica, facendo ricorso alle nuove tecnologie. Il Maestro Fabrizio Tozzi, docente e animatore digitale presso l’Istituto Comprensivo San Benedetto Centro – Plesso “Marchegiani”, ci racconta di queste intense giornate: «Il lavoro dell’animatore digitale è piuttosto impegnativo. Fra le varie mansioni che ho svolto c’è stata la configurazione di 21 tablet e 5 mini PC per venire incontro a quegli alunni che non hanno dei device. Ho personalmente impacchettato tutti gli strumenti digitali e predisposto le istruzioni per il loro utilizzo.Tutto il materiale fornito della scuola sarà concesso in comodato d’uso agli alunni che lo riceveranno al proprio domicilio per il tramite della protezione civile. In questo periodo sto costantemente offrendo assistenza per l’utilizzo delle varie piattaforme a circa 200 docenti. Si tratta di un affiancamento diversificato a seconda delle competenze digitali di ogni singolo docente e perciò ho anche prodotto dei tutorial ad uso interno per guidare passo passo nelle procedure. Quando è necessario offro un ulteriore aiuto tramite telefonate o videochiamate».

Nicola Rosetti: