Era il 15 aprile 2019 quando nel tardo pomeriggio un incendio cominciava a devastare la cattedrale di Notre Dame. Le immagini delle fiamme che hanno distrutto la cattedrale, nonostante gli sforzi dei vigili del fuoco e degli agenti di polizia accorsi immediatamente sul luogo per fermarle, hanno fatto il giro del mondo. Di quella distruzione, rimarrà storico il crollo della guglia e subito dopo del tetto. Ad un anno da quell’incendio, l’arcidiocesi di Parigi ha presentato ieri in conferenza stampa il resoconto delle donazioni ricevute fino ad oggi per il restauro e la conservazione e confluite nel “Fondo cattedrale di Parigi”. Nel corso del 2019 e nel primo trimestre del 2020, sono stati raccolti 55,8 milioni di euro. Dietro questi importi, ci sono 56mila individui, aziende, comunità e fondazioni. Dalla tabella emerge che i primi donatori sono stati ovviamente i francesi con una raccolta pari a 48,1 milioni di euro inviati alla Fondazione. Sono seguiti da donatori dell’America del Nord con 1,2 milioni di euro di donazioni. Dal mondo sono arrivati un totale di 2,9 milioni di euro. L’arcidiocesi di Parigi fa sapere che gli impegni assunti da grossi mecenati, famiglie e grandi imprese (come gruppo Axa, Arnault e Lvmh, Pinault via Artémis, Bouygues, Barone Philippe de Rothschild Sa, Consiglio regionale Idf 2, Decaux, Fondazione Michelin, ecc.), per un valore da 500mila euro fino a 200 milioni, sono stati tutti oggetto di accordi o creazione di nuove fondazioni protette sotto l’egida della Fondazione Notre Dame in modo da garantire che i contributi promessi siano erogati senza alcuna ambiguità. “Se proviamo a fare una sintesi di questo primo anno di attività piuttosto intensa e sulle migliaia di lettere ed e-mail che ci sono arrivate, ciò che colpisce è rendersi conto di quanto questa eredità unisce tutti i francesi”, commenta Christophe Rousselot, delegato generale della Fondazione, che aggiunge: “Ancora oggi, ad un anno dall’incendio, continuiamo a ricevere donazioni”.
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