“La proibizione per i fedeli cristiani dell’uso dell’esorcismo di Leone XIII, implicita nelle rubriche che lo accompagnano e ribadita dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nella Lettera agli Ordinari riguardante le norme sugli esorcismi del 29 settembre 1985, non li priva in alcun modo di un’arma di difesa di cui servirsi nella lotta contro il maligno perché sin dall’inizio il suddetto esorcismo fu pensato e pubblicato dalla Santa Sede come destinato esclusivamente al ministero dei Vescovi e dei Sacerdoti aventi facoltà di impiegarlo”. Lo si legge in una nota dell’Associazione internazionale esorcisti (Aie) con alcuni chiarimenti sull’esorcismo di Leone XIII. Sulla questione, quanto prodotto dall’Aie “costituisce un giudizio dottrinale, i cui elementi sono in sé così chiari da non permettere che si sollevi un dubium iuris (dubbio di diritto)”. “Nel caso si persistesse a pensare il contrario di quanto qui è stato esposto – precisa l’Aie -, l’unica strada onesta per risolvere definitivamente il problema è rivolgersi alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti”. “Facciamo presente, sulla base della comune esperienza esorcistica, che l’uso illegittimo e improprio da parte di sacerdoti e fedeli laici di ogni formula esorcistica riservata all’ambito liturgico, incluso l’esorcismo di Leone XIII, può avere conseguenze spirituali più o meno gravi, compreso il divenire causa occasionale di disturbi diabolici straordinari”.
L’Aie, infine, ricorda che per i fedeli laici che si trovano a combattere contro il potere delle tenebre, la Chiesa suggerisce alcune preghiere in Appendice al rituale degli esorcismi. Di tali preghiere, sarà l’esorcista stesso a mettere a conoscenza il fedele laico.