E quella parola, quella espressione, riempire di gioia viene ripetuta, tante, tante volte. Ad esempio, “nel giorno dell’Ascensione”, “i discepoli tornarono a Gerusalemme, dice la Bibbia, ‘pieni di gioia’. È la pienezza della consolazione, la pienezza della presenza del Signore. Perché, come Paolo dice ai Galati, ‘la gioia è il frutto dello Spirito Santo’, non è la conseguenza di emozioni che scoppiano per una cosa meravigliosa… No è di più. Questa gioia, questa che ci riempie è il frutto dello Spirito Santo. Senza lo Spirito non si può avere questa gioia. Ricevere la gioia dello Spirito è una grazia”.
A proposito della gioia il Papa ha citato gli ultimi paragrafi dell’esortazione “Evangelii nuntiandi” di Paolo VI, quando parla dei cristiani gioiosi, degli evangelizzatori gioiosi, e non di quelli che vivono sempre giù: “Oggi è un giorno bello per leggerlo. Pieni di gioia”.
Il Pontefice ha osservato: “La grande forza che noi abbiamo per trasformare, per predicare il Vangelo, per andare avanti come testimoni di vita è la gioia del Signore che è frutto dello Spirito Santo.E oggi chiediamo a Lui di concederci questo frutto”.
Il Papa ha terminato la celebrazione con l’adorazione e la benedizione eucaristica, invitando a fare la Comunione spirituale: “Gesù mio, credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento dell’altare. Ti amo sopra ogni cosa e Ti desidero nell’anima mia. Poiché ora non posso riceverTi sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, ioTi abbraccio e tutto mi unisco a Te. Non permettere che mi abbia mai a separare da Te”.