DIOCESI – In questi giorni si moltiplicano i gesti di carità a sostegno della Caritas Diocesana di San Benedetto del Tronto che sta portando avanti con dedizione e attenzione, soprattutto in questo momento di emergenza, il proprio servizio per aiutare le persone più povere e bisognose del nostro territorio.
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Gli operatori della Caritas sono rimasti molto colpiti dalla generosità degli armatori dei pescherecci “Bruno”, “Antonio Padre”, “Eragon”, “Giulio Primo”, “Giuseppina Madre”, che con discrezione giovedì 16 aprile hanno donato diverse cassette di pesce ai poveri della Caritas Diocesana.
La donazione è stata molto apprezzata perché i pescatori stanno vivendo non poche privazioni in questi giorni, basti pensare che il loro lavoro è appena ripreso parzialmente dopo un fermo durato tre settimane e, nonostante questo, gli armatori Sambenedettesi hanno voluto ugualmente condividere il frutto del loro lavoro con i più poveri.
Abbiamo raccolto per questo motivo la testimonianza di Andrea Marchegiani:
Le sue parole aiutano a farci comprendere che questo non è il tempo dell’individualismo e dell’egoismo, ma è il tempo della riscoperta della vera bellezza, della solidarietà verso chi fa più fatica. Infatti, come ben sappiamo, non ci si rialza da soli, ma nella misura in cui pensiamo agli altri ritroviamo e salviamo noi stessi.
Vi lasciamo con la Prima Lettera ai Corinzi, che può aiutarci a riflettere anche in queste giornate:
Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.
E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.
E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe.
La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità.
Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo.
Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.
Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino.
Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto.
Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!
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