“La fede in Cristo dà forza, perseveranza e pazienza per tollerare le difficoltà”, perché Cristo è “colui che guarisce da ogni male e che redime dalla morte”. Ed è “colui che ha sofferto per noi, colui che ha rivelato agli uomini che Dio è sempre a nostro favore”. È il messaggio di speranza che quest’anno il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, rivolge ai fedeli ortodossi di tutto il mondo che oggi, secondo il calendario giuliano, celebrano la Santa Pasqua. Una festa che cade in un periodo di epidemia da Coronavirus e che anche le Chiese ortodosse nei diversi Paesi hanno deciso di celebrare a porte chiuse in rispetto delle misure restrittive decise dai governi. Nel messaggio, il Patriarca scrive: “La pandemia latente del nuovo coronavirus ha dimostrato quanto fragile sia l’uomo, quanto facilmente lo domini la paura e la disperazione, quanto impotenti si rivelino le sue conoscenze e la sua fiducia di sé, quanto infondata sia l’opinione che la morte costituisca un evento alla fine della vita e che l’oblio o l’allontanamento della morte sia il suo giusto modo di affrontarla. Le situazioni estreme dimostrano che l’uomo è incapace di gestire tenacemente la propria esistenza, quando crede che la morte sia la realtà invincibile e il confine insormontabile. È difficile restare umani senza la speranza dell’eternità. Questa speranza vive nel cuore di tutti i medici, infermieri, volontari, donatori e di tutti coloro che prestano assistenza generosamente ai fratelli che soffrono con spirito di sacrificio, abnegazione e amore. Nel mezzo di questa crisi indicibile, essi profumano di resurrezione e speranza. Sono i ‘buoni samaritani’, coloro che versano, a pericolo della loro vita, olio e vino sulle piaghe; sono gli attuali ‘cirenei’ sul Golgota di coloro che giacciono nelle infermità”.