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Allarme del Pam: per la pandemia gli affamati potrebbero raddoppiare

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano da vaticannews

Una silenziosa seconda pandemia rischia di dilagare in tutto il mondo, come conseguenza dell’impatto economico di quella di Covid-19. Non è contagiosa ma rischia di fare molte più vittime, soprattutto nei Paesi colpiti da conflitti e disastri naturali. E’ la fame acuta, che secondo il Rapporto globale sulle crisi alimentari realizzato dal Programma Alimentare Mondiale (Pam) della Nazioni unite e da altri 15 partner umanitari e di sviluppo, potrebbe colpire entro la fine dell’anno 265 milioni di persone, quasi il doppio dei 135 che ne hanno sofferto nel 2019.

A rischio la vita di 30 milioni di persone vulnerabili

Il Pam e i partner scrivono che se non si interviene rapidamente per affrontare la pandemia anche in Africa e nel Medio Oriente, il Covid-19 potrebbe sferrare “un colpo fatale alle comunità già ai limiti della sopravvivenza nei Paesi a basso reddito”. La fame, ricordano, è causata principalmente dai conflitti, dal cambiamento climatico e dalle recessioni economiche. Ma oltre a lottare contro la diffusione del virus, vanno mantenuti e anche potenziati, tutti i programmi di assistenza alimentare, compresi quelli del Pam, “che offrono un’ancora di salvezza a quasi 100 milioni di persone vulnerabili in tutto il mondo”. L’agenzia delle Nazioni Unite è molto preoccupata “per i 30 milioni di persone che vivono ai margini in Paesi fragili, che già soffrono la fame, la violenza e le malattie estreme”. La loro vita è a rischio.

I numeri del 2019 del Rapporto globale sulle crisi alimentari

Nel 2019, si legge ancora nel Rapporto, la maggior parte delle persone che hanno sofferto di insicurezza alimentare acuta si trovava in Paesi colpiti da conflitti (77 milioni), cambiamenti climatici (34 milioni) e crisi economiche (24 milioni). Dieci quelli in cui si registrano le peggiori crisi alimentari: Yemen, Repubblica Democratica del Congo, Afghanistan, Venezuela, Etiopia, Sud Sudan, Siria, Sudan, Nigeria e Haiti. In questi Paesi 88 milioni di persone hanno sofferto di fame acuta, il 66 per cento del totale mondiale.

Aiuti per 97 milioni di persone, oggi in sicurezza anti-virus

Il Pam ha adattato i suoi programmi per limitare la diffusione di Covid-19 e garantire la sicurezza dei suoi assistiti, del personale e dei partner. Dalla fine di gennaio, ha inviato carichi di aiuti umanitari e medici in 86 Paesi per sostenere i governi e i partner sanitari nella lotta al nuovo coronavirus. Spedizioni che includono dispositivi di protezione individuale come mascherine, guanti e camici, ventilatori, kit di emergenza sanitaria, kit per anestesia, barelle, termometri, sacche per il corpo e forniture per la depurazione dell’acqua, oltre ad attrezzature logistiche. Il 14 aprile, il Pam ha iniziato a spedire carichi medici, tra cui un milione di maschere facciali, dal suo Regional humanitarian hub di Addis Abeba, recentemente completato, a più di 50 Paesi in tutta l’Africa, nei cosiddetti “voli di solidarietà”.

Continuare a finanziare i programmi di aiuti alimentari

“Il Covid-19 è potenzialmente catastrofico per milioni di persone che sono già appese a un filo – spiega L’economista senior del Pam, Arif Husain – è un colpo di martello per altri milioni di persone che possono mangiare solo se guadagnano un salario. Le serrate e la recessione economica globale hanno già decimato i loro alimenti. Basta solo un altro colpo, come il contagio di Covid-19, per spingerli oltre il limite. Dobbiamo agire collettivamente ora per mitigare l’impatto di questa catastrofe globale”.

Il dramma del Sud Sudan, tra guerra civile e inondazioni

Nel video di questo servizio, realizzato con immagini girate da Jonathan Dumont, responsabile della comunicazione video del Pam, vediamo gli operatori dell’agenzia tenere corsi di prevenzione per gli sfollati del conflitto interno nel Sud Sudan, nella capitale Juba, dove la distribuzione del cibo avviene con tutte le precauzioni anticontagio. La telecamera si sposta poi nell’ospedale Al Sabah, sempre a Juba, dove sono ricoverati, in condizioni di scarsa igiene, bambini gravemente malnutriti con le loro madri. Tra loro Sarah Nyak, di 22 anni con i figli Nyamer di 2 anni e mezzo e Nyakur di 2 mesi, entrambi gravemente malnutriti. Sarah è arrivata a Juba da Khartoum 12 anni fa. È fuggita al campo profughi di Kukuma, in Kenya, quando i combattimenti si sono intensificati e lì ha incontrato suo marito. Lo ha lasciato, incinta, per raggiungere un parente di Juba che si è ammalato. Ora lavora occasionalmente in un ristorante, ma vuole tornare a Khartoum, dove vive sua madre. “Se i miei figli sopravvivono – spiega – voglio che vadano a scuola e imparino a prendersi cura di loro stessi”.

Nel 2020 si è aggiunta l’invasione di locuste, e ora il Covid-19

Nel video interviene poi Matthew Hollingworth, direttore nazionale del Pam Sud Sudan, che sottolinea come in nessun’altra parte del mondo “c’è un livello di insicurezza alimentare alto come in Sud Sudan. L’anno scorso abbiamo dovuto sfamare 5 milioni di persone a causa dei combattimenti e delle inondazioni. Nel 2020 abbiamo già avuto invasioni di locuste e ora c’è la pandemia di Covid-19 che, secondo le nostre previsioni, potrebbe quasi raddoppiare le persone che soffrono la fame acuta entro la fine del 2020 in tutto il mondo. L’unico modo per fermare questa tendenza è quello di continuare a finanziare generosamente gli aiuti per le crisi umanitarie come quella del Sud Sudan”.

Aiuti dagli aerei per i profughi nell’isola di Nyal

Il video si conclude con immagini degli sciami di locuste del deserto, che stanno divorando i raccolti e minacciano le forniture di cibo e i mezzi di sussistenza, girate a Magwi, una delle contee più colpite. I contadini appiccano incendi e fanno rumore nel tentativo di allontanare le locuste, ma temono un’invasione prolungata quando le uova della prima ondata si schiuderanno. Altre immagini ci portano a Pibor, colpita dalle Inondazioni catastrofiche fuori stagione nell’autunno del 2019, che hanno paralizzato fattorie e pascoli. 5,5 milioni e mezzo di sud sudanesi stanno soffrendo ora la fame a causa di queste alluvioni. Le ultime riprese ci fanno vedere il lancio di aiuti con aerei cargo a Nyal, un’isola circondata dalla palude più grande del mondo, dove vivono decine di migliaia di persone in fuga dalle zone di conflitto.  Ognuno di questi Ilyushin può trasportare 34 tonnellate di cibo, sufficienti a sfamare 3000 persone per un mese.

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