DIOCESI – Don Marco Di Giosia, Vicario Foraneo della Vicaria “Santa Maria in Montesanto”, ci descrive la situazione nelle parrocchie del suo territorio. La Vicaria comprende le parrocchie San Pietro Apostolo di Cerqueto del Tronto, Santa Maria della Misericordia di Faraone, San Giuseppe di Paolantonio, Santa Maria in Montesanto e S. Angelo di Ripe di Civitella, Sant’Egidio Abate di Sant’Egidio alla Vibrata, Santa Maria del Carmine di Villalempa.
Vista la difficoltà ad incontrarsi, come sono rimasti in contatto i sacerdoti della Vicaria?
Per fortuna in questo la tecnologia ci viene incontro e perciò sicuramente il telefono ci ha aiutato a rimanere in contatto e ci ha dato anche la possibilità di vederci attraverso le videochiamate. È ovviamente mancata a tutti la possibilità di relazionarsi dal vivo, non abbiamo potuto vederci neppure il Giovedì Santo per la Massa Crismale, però questo rientra nelle difficoltà che siamo chiamati a vivere in questo tempo.
La tecnologia vi ha anche offerto la possibilità di celebrare la messa in streaming…
Sì, grazie a VeraTV e all’Ancora, anche i sacerdoti della nostra vicaria hanno avuto modo di celebrare la messa in streaming
Oltre a questa modalità, come è avvenuto il contatto con i fedeli?
I nostri parrocchiani ci chiamano, sia per sapere come stiamo, sia perché hanno bisogno di raccontare come loro stanno affrontando questo momento. Seppur a distanza e tramite telefono, continua quel rapporto di confidenza e fiducia che si è istaurato nel tempo. Portiamo avanti secondo le possibilità del momento la pastorale fatta soprattutto di ascolto e di consolazione, aperta a tutti coloro che hanno necessità di aprire il loro cuore. Si tratta sia di anziani che di giovani che sono provate da quest’esperienza che inevitabilmente sono scosse nella loro interiorità. Non si tratta solo di problemi spirituali, ma di scossoni anche a livello psicologico, visto che qui la gente è già stata ferita dai postumi degli eventi sismici del 2016. Già allora l’equilibrio interiore delle persone, specialmente le più fragili, si era rotto ed ora con il coronavirus la cicatrice si è riaperta. Sono persone che quindi hanno bisogno non solo di essere ascoltate, ma anche rassicurate. In questo periodo ho avuto modo di sentire anche persone con le quali non avevo avuto più modo di parlare per distanza o per altre circostanze: avendo tanto tempo a disposizione in questo momento abbiamo modo anche di riallacciare rapporti.
Cosa si può dire invece per quanto riguarda il sostegno materiale?
Alcune persone avevano una situazione molto precaria già prima dell’emergenza coronavirus e ora le cose si sono anche aggravate. Quando apro la chiesa alla 17.30 le persone sanno che mi possono trovare e chi ha bisogno si avvicina per fare presente le proprie necessità. Riusciamo ad aiutarle tramite il sostegno del Banco Alimentare.
Si avvicina il mese di maggio nel quale spesso ci celebrano le Prime Comunioni e le Cresime. Come è messa la pastorale in preparazione dei sacramenti?
Ovviamente è tutto rimandato, se sarà possibile, ai mesi di settembre e ottobre. Le famiglie sono state le prime a capire la situazione e quindi, seppur con rammarico, dovremo impostare di nuovo tutto in un futuro che speriamo sia il più prossimo possibile.