da Avvenire – Giacomo Gambassi
«Incoraggiamento» ma anche «prudenza» per la “fase 2” della Chiesa italiana. Sono le due parole che papa Francesco ha affidato ieri al presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, durante l’udienza a Casa Santa Marte. Parole che Bassetti riferisce nel messaggio con cui conclude la Messa “a porte chiuse” presieduta questa domenica mattina nella cappella di Sant’Onofrio della Cattedrale di Perugia. Certo, chiarisce il cardinale, se «ci stiamo preparando all’attuazione della cosiddetta “fase 2”» ecclesiale, purtroppo «ci dicono le statistiche che non siamo ancora usciti da questo forte momento di crisi».
Nel messaggio il presidente della Cei fa il punto sulla graduale possibilità (ormai imminente) di tornare ad avere le celebrazioni con il popolo in tutta la Penisola, anche dopo l’accordo raggiunto fra la Cei e il Governo su questo tema, di cui proprio Bassetti aveva dato comunicazione ieri. «Per la santa Messa domenicale – annuncia il cardinale durante l’Eucaristia di questa mattina – dovremo ancora aspettare circa un paio di settimane, per ulteriori approfondimenti». E così viene confermata l’ipotesi di una “ripartenza” delle liturgie aperte alla comunità all’interno della finestra temporale che va dall’Ascensione alla Pentecoste, ossia nell’ultima settimana di maggio. Poi il presidente della Cei informa: «Sabato 30 maggio, vigilia di Pentecoste, speriamo di essere in grado di celebrare la Messa crismale con la benedizione degli oli». Ed è un’ulteriore novità: perché durante la Settimana Santa le Messe del Crisma erano state “congelate” a causa dell’emergenza coronavirus e spostate a data da destinarsi.
Ma soprattutto il cardinale Bassetti tiene a far sapere che le celebrazioni con il popolo non riprenderanno in Italia a macchia di leopardo. «Purtroppo – dice a chiare lettere il presidente della Cei – sarebbe inopportuno fare corse in avanti perché il bene comune, che è il bene di tutti, ci invita a camminare insieme a tutte le Chiese sorelle d’Italia, che vivono la pandemia in condizioni differenti». Una precisazione importante per evitare fughe o rallentamenti “liturgici” che creerebbero nuovi disagi nelle comunità.
Nella sua comunicazione Bassetti parla anche degli altri riti. E illustra «le modalità delle celebrazioni già consentite in chiesa», sottolinea. «Per i matrimoni – specifica il cardinale – valgono le norme già stabilite durante la “fase 1”. Per quanto concerne il rito delle esequie, da domani lunedì 4 maggio, è consentita la presenza di 15 fedeli, senza che questi debbano essere sottoposti alla misurazione della temperatura corporea». Proprio l’obbligo di avere termoscanner o termometri digitali all’ingresso delle chiese, per “controllare” chi partecipa alla celebrazione, aveva creato difficoltà in alcune diocesi che avevano annunciato di non poter ottemperare a questa indicazione. Poi l’ennesimo confronto fra la Cei, il Governo e il Comitato tecnico-scientifico aveva portato – sempre ieri – a un ritiro di questo punto.
A conclusione della Messa odierna il presidente della Cei racconta anche dell’udienza con il Papa. «Porto la benedizione del Santo Padre che mi ha espresso parole di incoraggiamento per tutti voi, in particolare per gli anziani, i malati, le famiglie numerose, con i problemi riguardanti la gestione dei figli piccoli e degli adolescenti». E dice che di fronte alla “ripartenza ecclesiale” «anche il Santo Padre ci raccomanda prudenza». Una prudenza confermata dai protocolli e dalle stringenti disposizioni sanitarie per le celebrazioni che in questi giorni sono stati elaborati, coniugando il desiderio di tornare ad avere riti comunitari e la tutela della salute personale, bene primario da salvaguardare nel tempo della pandemia.