Mettere al centro dell’agenda politica il contrasto all’abuso sessuale a danno di minori e alla pedofilia, con piani sia di prevenzione sia di intervento; attivare il prima possibile l’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, anche al fine della redazione del nuovo Piano nazionale di prevenzione e contrasto dell’abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori. Lo chiede alle istituzioni il Telefono azzurro, in occasione dell’odierna Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, sottolineando inoltre la necessità di “adeguati e commisurati fondi economici”.
Oggi, in occasione della ricorrenza, Telefono azzurro ha promosso il dibattito in live streaming “Chiamiamo le cose con il loro nome” al quale sono intervenuti autorevoli esponenti delle istituzioni, della Chiesa e della società civile. Tra questi mons. Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna-Cervia e presidente del Servizio nazionale della Cei per la tutela dei minori, che ha fatto il punto sull’impegno della Chiesa italiana nel contrasto al fenomeno degli abusi, come riferiamo a parte sul Sir. “È importante che non venga mai meno l’impegno della società civile, del mondo accademico e delle istituzioni, per proteggere e tutelare bambini e adolescenti”, il monito di Ernesto Caffo, neuropsichiatra infantile, presidente di Telefono azzurro e membro della Pontificia Commissione per la tutela dei minori. “Violenza e abuso ai danni di bambini e adolescenti sono un fenomeno tanto grave quanto complesso, in larga parte sommerso”, ha osservato. Di qui una sottolineatura: “La Giornata di quest’anno assume una valenza particolare: il necessario lockdown e la coabitazione coatta hanno aumentato il rischio di violenza sui bambini e adolescenti. Bisogna, dunque, rafforzare prevenzione e contrasto e adottare una strategia generale di intervento”. Sulla stessa linea p. Hans Zollner, direttore del Centre for Child Protection: “Siamo di fronte ad una nuova fase di tutela: dobbiamo fare sì che la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili diventi una priorità perché durante la pandemia le vittime sono ancora più a rischio”.
La ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti ha annunciato: “Stiamo costruendo una nuova campagna per valorizzare il numero 114 (emergenza bambini) per promuoverlo come un elemento di dialogo, per dire che c’è una comunità, uno Stato”. Per prevenire il fenomeno “occorre incentivare una corretta educazione anche a livello scolastico”, ha aggiunto la presidente della Commissione bicamerale sull’infanzia del Senato Licia Ronzulli, ricordando l’indagine conoscitiva sulla violenza verso i minori in corso i cui risultati saranno resi noti a fine anno.
Intanto sono allarmanti i dati diffusi oggi dal Dossier “Abuso sessuale e pedofilia”, relativo all’attività di Telefono Azzurro nel 2019. L’anno scorso sono aumentate le segnalazioni sull’abuso sessuale offline: 70,5% contro 67,9% nel 2018; in crescita anche gli abusi sessuali avvenuti in rete, in particolare l’adescamento online: 9,6% nel 2019 contro il 6% nel 2018. Il report rivela inoltre che
quasi la metà delle vittime di abuso ha meno di 10 anni (47% dei casi),
il 26% è compreso nella fascia di età 11-14 e il 27% ha dai 15 ai 17 anni; mentre il 74% delle vittime sono bambine (nel 2018 erano il 69%). Come nel 2018,
il responsabile in più della metà dei casi (62%) è un membro della famiglia.
La fotografia è stata scattata attraverso dati e testimonianze raccolti tramite la linea di ascolto 1.96.96 e la linea di emergenza 114 (chat e social network) aperte a bambini, adolescenti e a tutti coloro che hanno bisogno di segnalare situazioni di emergenza e rischio riguardanti l’infanzia e l’adolescenza. Nel 2019, rivela ancora il report, il 114 emergenza infanzia ha gestito 142 casi di abuso sessuale (con una media di 12 casi al mese e 3 alla settimana), che costituiscono il 5,5% del totale dei casi gestiti per tutte le motivazioni (2.567) nel corso dell’anno.
Secondo Telefono azzurro, occorrono una piena e più ampia collaborazione tra Stato e organizzazioni no profit “per la tempestiva rimozione di materiale pedoporngrafico sui siti internet” e l’introduzione di meccanismi di verifica dell’età per impedire l’accesso a materiale pedopornografico da parte dei minori. Necessari inoltre programmi educativi e misure di prevenzione che includano famiglie e adulti di riferimento per “intercettare precocemente i fattori di rischio”. Per quanto riguarda il web servono “strategie condivise a livello internazionale, al fine di garantire sicurezza e protezione da ogni forma di abuso sessuale e adescamento, nonché di fruizione di contenuti potenzialmente dannosi”. E poi “childprotection policies adeguate” che tra l’altro restituiscano “centralità all’ascolto dei minori”. Per gli autori di reato occorre strutturare “su evidenze scientifiche percorsi di valutazione della recidiva e di trattamento”. Infine,nel contrasto all’abuso, è necessario mobilitare tutta la società civile: istituzioni, organizzazioni, realtà associative, forze dell’ordine, professionisti del settore e gli stessi bambini e ragazzi.Per aiutare i genitori ad affrontare l’argomento con i figli e per sostenerli in eventuali difficoltà, Telefono azzurro ha predisposto una guida specifica ed un glossario.