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Infermiera e volontaria Caritas: “Ho ‘sentito’ le vostre preghiere, mi hanno dato la forza di fare quello che da sola non sarei mai riuscita a fare”

DIOCESI – Pubblichiamo la lettera della Caritas Diocesana del mese di Maggio

è tradizione per la comunità cristiana stringersi in preghiera attorno a Maria, madre di Gesù e madre nostra.
Papa Francesco ha scritto una breve lettera in cui tra l’altro dice: “ho pensato di proporre a tutti di riscoprire la bellezza di pregare il Rosario a casa nel mese di maggio. Lo si può fare insieme, oppure personalmente; scegliete voi a seconda delle situazioni, valorizzando entrambe le possibilità. Ma in ogni caso c’è un segreto per farlo: la semplicità; ed è facile trovare anche in internet, dei buoni schemi di preghiera da seguire… Cari fratelli e sorelle, contemplare insieme il volto di Cristo con il cuore di Maria, nostra Madre, ci renderà ancora più uniti come famiglia spirituale e ci aiuterà a superare questa prova” (25 aprile 2020).
Accogliamo anche noi questo invito. La carità è anche accompagnare con la preghiera i fratelli e le sorelle che vivono momenti di difficoltà. In modo particolare in questo momento ricordiamo le famiglie provate dall’emergenza, non solo sanitaria ma anche economica, quanti sono ammalati e quanti li curano, chi è solo e disperato.
A tal proposito condividiamo quanto ci ha scritto una volontaria della Caritas infermiera presso l’ospedale di San Benedetto a cui avevamo assicurato la nostra preghiera: “Le ho “sentite” le vostre preghiere nonostante la distanza. Mi hanno dato la forza di fare quello che da sola non sarei mai riuscita a fare e non solo per le circostanze dell’emergenza, ma proprio perché chi mi conosce bene sa che non sono più capace di affrontare certi “carichi di lavoro”. La necessità di non tirarsi indietro perché avrebbe significato rimanere “scafandrati” per più ore (in più operatori c’era la possibilità di darsi cambio spesso); La paura da vincere, pur con i dispositivi di protezione del contagio; l’ansia che non ti lascia dormire né rilassare quando sei a casa, perché la mente ti riporta là a ciò che hai visto; la difficoltà nello certe procedure…… 3 guanti a proteggerti, la mascherina che dopo un po’ che ci respiri dentro non facilita gli scambi polmonari e ti fa accumulare anidride carbonica che oltre ad appannare la visiera ti offusca il pensiero; i pazienti: papà e mamme come noi, con la differenza che per tutta la durata del ricovero non vedono i propri cari e in alcuni casi non hanno nemmeno contatti per telefono. Venerdì scorso ho accolto un giovane papà salito da noi dalla rianimazione dove era tracheostomizzato da 4 settimane, irriconoscibile da una foto che aveva con sé sul comodino che lo vedeva ritratto con la sua bella famiglia, faticava a parlare (il “buco” della trachea lo impedisce nei primi tempi) e dopo che sono riuscita a recuperare i suoi effetti personali, ho messo in carica il suo telefono, è riuscito a inviare un messaggio su WhatsApp alla moglie….. con un gesto della mano mi ha mandato un bacio .
L’unione fa la forza! In questa circostanza mai detto fu più veritiero. Con i colleghi abbiamo fatto gruppo ed è stato necessario per affrontare un nemico che non conoscevamo, ognuno di noi ha portato del suo quasi come un “addestramento di equipe sul campo” e ogni giorno ognuno di noi consigliava l’altro….. ” ieri io ho fatto così ed è andata bene…. fai anche tu come me e vedrai…”. Le preghiere che ho chiesto anche per i miei colleghi, so che sono state accolte da tutti voi e l’ho riferito anche loro. Ho solo una cosa da chiedervi: dopo il 4 maggio ci si dovrà comportare ne’ più né meno come abbiamo fatto finora (fatta eccezione per le reali necessità scritte nel decreto) perché è quello che ha evitato dalle nostre parti il disastro che è successo altrove (non oso immaginare i colleghi di quelle zone….). Siamo sulla buona strada, nel nostro ospedale si parla già di sanificare per tornare alla normalità ( in PS hanno già predisposto un percorso per i futuri sospetti Covid diverso da quello per gli accessi “normali”), ma tutto ciò sarà possibile solo se all’improvviso non veniamo interessati anche noi da un numero enorme di nuovi casi. Questo si può evitare solo con gli accorgimenti tenuti finora. Un abbraccio fraterno (e virtuale) a tutti voi e a rivederci presto in Caritas”.
Carissimi preghiamo ogni giorno con le parole suggeriteci da papa Francesco:
«Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio».
Nella presente situazione drammatica, carica di sofferenze e di angosce che attanagliano il mondo intero, ricorriamo a Te, Madre di Dio e Madre nostra, e cerchiamo rifugio sotto la tua protezione.
O Vergine Maria, volgi a noi i tuoi occhi misericordiosi in questa pandemia del coronavirus, e conforta quanti sono smarriti e piangenti per i loro cari morti, sepolti a volte in un modo che ferisce l’anima. Sostieni quanti sono angosciati per le persone ammalate alle quali, per impedire il contagio, non possono stare vicini. Infondi fiducia in chi è in ansia per il futuro incerto e per le conseguenze sull’economia e sul lavoro.
Madre di Dio e Madre nostra, implora per noi da Dio, Padre di misericordia, che questa dura prova finisca e che ritorni un orizzonte di speranza e di pace. Come a Cana, intervieni presso il tuo Figlio Divino, chiedendogli di confortare le famiglie dei malati e delle vittime e di aprire il loro cuore alla fiducia.
Proteggi i medici, gli infermieri, il personale sanitario, i volontari che in questo periodo di emergenza sono in prima linea e mettono la loro vita a rischio per salvare altre vite. Accompagna la loro eroica fatica e dona loro forza, bontà e salute.
Sii accanto a coloro che notte e giorno assistono i malati e ai sacerdoti che, con sollecitudine pastorale e impegno evangelico, cercano di aiutare e sostenere tutti.
Vergine Santa, illumina le menti degli uomini e delle donne di scienza, perché trovino giuste soluzioni per vincere questo virus.
Assisti i Responsabili delle Nazioni, perché operino con saggezza, sollecitudine e generosità, soccorrendo quanti mancano del necessario per vivere, programmando soluzioni sociali ed economiche con lungimiranza e con spirito di solidarietà.
Maria Santissima, tocca le coscienze perché le ingenti somme usate per accrescere e perfezionare gli armamenti siano invece destinate a promuovere adeguati studi per prevenire simili catastrofi in futuro.
Madre amatissima, fa’ crescere nel mondo il senso di appartenenza ad un’unica grande famiglia, nella consapevolezza del legame che tutti unisce, perché con spirito fraterno e solidale veniamo in aiuto alle tante povertà e situazioni di miseria. Incoraggia la fermezza nella fede, la perseveranza nel servire, la costanza nel pregare.
O Maria, Consolatrice degli afflitti, abbraccia tutti i tuoi figli tribolati e ottieni che Dio intervenga con la sua mano onnipotente a liberarci da questa terribile epidemia, cosicché la vita possa riprendere in serenità il suo corso normale.
Ci affidiamo a Te, che risplendi sul nostro cammino come segno di salvezza e di speranza, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Amen.

Redazione: