“L’Ue si compiace del forte impegno dei partner dei Balcani occidentali a favore del primato della democrazia e dello Stato di diritto, in particolare per quanto riguarda la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, il buon governo, nonché il rispetto dei diritti umani, della parità di genere e dei diritti delle persone appartenenti a minoranze. I leader dei Balcani occidentali dovrebbero garantire che i valori fondamentali, i principi democratici e lo Stato di diritto siano rigorosamente rispettati e attuati anche durante l’attuazione di misure speciali e straordinarie per contenere la pandemia di coronavirus”. È un altro passaggio della Dichiarazione di Zagabria con la quale si è concluso il Summit Ue-Balcani svoltosi il 6 maggio in videoconferenza. Nel documento si sottolineano i problemi territoriali da risolvere fra cui l’accordo di Prespa (relazioni Macedonia del Nord, Grecia, Bulgaria) e il dialogo Belgrado-Pristina. Quindi un auspicio, che è un impegno: “I Balcani occidentali dovrebbero trasformarsi in economie di mercato funzionanti, in grado di connettersi pienamente al mercato unico dell’Ue, creare posti di lavoro e opportunità imprenditoriali, migliorare il clima imprenditoriale e degli investimenti e promuovere lo Stato di diritto”.
Ma l’Ue e i partner dei Balcani occidentali “condividono una serie di sfide in materia di sicurezza”, fra cui la prevenzione e il contrasto del terrorismo e dell’estremismo, la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, la tratta di esseri umani, la lotta contro il traffico di droga e di armi. Necessaria, inoltre, una rafforzata collaborazione per “far fronte alle sfide migratorie”.

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