DIOCESI – Lectio delle Sorelle Clarisse del monastero Santa Speranza in San Benedetto del Tronto.
«Non è giusto che noi lasciamo da parte la Parola di Dio per servire alle mense»: è l’affermazione dei Dodici di fronte ad un numero sempre crescente di uomini e donne che si pongono alla sequela di Cristo e del suo Vangelo e di fronte a qualche problema organizzativo in più, nella comunità, rispetto agli inizi.
Che succede? Gli apostoli non vogliono più sporcarsi le mani con servizi materiali? Si ritengono forse superiori agli altri? D’altro canto sono loro i diretti testimoni di Gesù, i privilegiati che hanno condiviso tre anni di vita con il Messia.
No…Pietro e gli altri apostoli vogliono solo ricordarci che c’è una pietra viva, scelta, angolare, preziosa, unica che non può mai mancare o venir meno perché solo questa pietra è il fondamento insostituibile della nostra fede e di tutta la nostra vita: la Parola di Dio, Cristo Parola di Dio!
Senza questa pietra neanche le cattedrali più possenti e maestose potrebbero rimanere in piedi, moderne o antiche che siano, senza questa pietra nessuna costruzione umana per quanto bella, socialmente utile, meritevole, ammirevole potrebbe garantire pienezza eterna di vita, di senso, di amore.
Neanche Gesù ha potuto fare a meno della sua pietra angolare. Ce lo dice lui stesso, rispondendo alla richiesta di Filippo «Signore, mostraci il Padre». Queste le parole di Gesù: «Non credi che io sono nel Padre e il Padre in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere».
È una relazione intima quella che Gesù ci testimonia: egli ci sta dicendo che nulla avrebbe potuto essere, dire o fare senza ancorare tutto se stesso nella mani del Padre.
«Io sono nel Padre e il Padre è in me…»: ogni parola che Gesù pronuncia è riferita al Padre, ogni sua azione è riferita al Padre, ogni benedizione e ogni invocazione è rivolta al Padre, ogni azione prodigiosa è compiuta, attraverso di Lui, dal Padre, a cui si rivolge sempre con tenerezza, confidenza, abbandono fiducioso e pieno e da cui sa di ricevere tenerezza, confidenza, abbraccio rassicurante e pieno.
Crediamo a tutto questo? Conclude Gesù: «Chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste…». Non si tratta di dimostrare un teorema…no, non c’è alcuna possibilità di dimostrare matematicamente quanto ci siamo detti finora… si tratta di fidarsi… di una Parola e di quanti, uomini e donne, santi e non, piccoli e grandi in tanti secoli, nei nostri giorni, nella nostra vita, ci testimoniano che tutto ciò è possibile, che tutto questo non è una bella favola da raccontare ma una realtà da vivere!