Il turismo, duramente colpito dalle restrizioni imposte dalla pandemia, “è vitale per il mercato unico” e “contribuisce in modo determinante allo stile di vita economico, sociale e culturale dell’Ue”. Man mano che gli Stati membri adotteranno gradualmente misure meno restrittive, si potrà prevedere che le attività legate al turismo riprendano in vista dell’estate, pur garantendo la sicurezza sanitaria e salvaguardando una preziosa attività economica. Lo si legge nella serie di documenti prodotti dalla Commissione europea che intendono regolare la riapertura delle frontiere e la ripresa di un settore che contribuisce – sempre secondo i dati Ue – al 10% del Pil comunitario, con una particolare incidenza in alcuni Paesi, fra cui l’Italia e gli Stati mediterranei. “267 milioni di europei (62% della popolazione) effettuano almeno un viaggio di piacere privato all’anno e il 78% degli europei trascorre le vacanze nel proprio Paese o in un altro Paese dell’Ue”, spiegano gli esperti della Commissione.
L’Organizzazione mondiale del turismo (Unwto) “prevede una riduzione del 60-80% degli arrivi internazionali” in Europa, “con perdite comprese tra 840 e 1.100 miliardi di euro”. In Europa “l’estate è una stagione cruciale per il turismo: durante una stagione estiva media (giugno-agosto) i residenti dell’Ue fanno 385 milioni di viaggi turistici e spendono 190 miliardi di euro”. Da qui l’attenzione prioritaria della Commissione, considerando inoltre che attorno al settore operano circa 6 milioni di lavoratori. La Commissione sottolinea quindi alcune indicazioni comuni che riguardano sanità, frontiere, viaggi e tutti i campi del turismo, dagli alberghi alla ristorazione, dalle spiagge alla mobilità.
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