Sono 3,4 milioni i bambini fino a 6 anni costretti a casa dalla chiusura di asili nido e materne per i quali è necessaria una riapertura programmata e in sicurezza per garantire i servizi a quelle famiglie che, con i genitori al lavoro, non hanno la possibilità di avere qualcuno, parenti, amici o baby sitter, che possa seguire i figli. Lo segnala un’elaborazione dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati Istat in riferimento alla ripartenza delle attività nella “fase 2”, dopo il lockdown dell’emergenza coronavirus. “Il rischio è che strutture abusive – sottolinea Uecoop – si sostituiscano anche solo in parte a quelle professionali che sono invece in grado di essere sempre tracciate e di operare in sicurezza nella gestione degli spazi e dei bambini. Sono oltre 4 milioni gli italiani che hanno ripreso il lavoro e tra loro ci sono madri e padri di famiglia, che avrebbero bisogno di affidare i propri figli a qualcuno che se ne prenda cura, ma in questo momento non possono contare né sulle scuole che dovrebbero riaprire a settembre e neanche sui nonni per ovvie ragioni sanitarie”.
Le cooperative sociali con servizi di assistenza ai minori si stanno organizzando per la ripartenza con protocolli sanitari che “consentano di svolgere le attività in sicurezza per i bambini, i genitori e gli stessi operatori”. “Per la ‘fase 2’ di nido e materne – continua Uecoop – l’idea è organizzare un sistema a turni per classi e operatori in modo da gestire gli spazi nella maniera più razionale e sicura”.
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