“A Dio possiamo chiedere tutto, spiegare tutto, raccontare tutto”. A garantirlo è stato il Papa, nella seconda catechesi dedicata alla preghiera, trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca del Palazzo apostolico vaticano. “Dio è l’amico, l’alleato, lo sposo”, ha spiegato Francesco: “Nella preghiera si può stabilire un rapporto di confidenza con Lui, tant’è vero che nel Padre nostro Gesù ci ha insegnato a rivolgergli una serie di domande”. “Non importa se nella relazione con Dio ci sentiamo in difetto: non siamo bravi amici, non siamo figli riconoscenti, non siamo sposi fedeli”, ha precisato il Papa: “Egli continua a volerci bene. È ciò che Gesù dimostra definitivamente nell’Ultima Cena, quando dice: ‘Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi’. In quel gesto Gesù anticipa nel cenacolo il mistero della Croce. Dio è alleato fedele: se gli uomini smettono di amare, Lui però continua a voler bene, anche se l’amore lo conduce al Calvario”. “Dio è sempre vicino alla porta del nostro cuore”, ha proseguito a braccio: “Aspetta che gli apriamo, alle volte bussa pure, ma non è invadente, aspetta. La pazienza di Dio con noi è la pazienza di un papà, di uno che ci ama tanto. La pazienza di un papà e di una mamma, tutti insieme. E quando bussa, lo fa con tenerezza e con tanto amore”. “Proviamo tutti a pregare così, entrando nel mistero dell’Alleanza”, l’invito finale: “A metterci nella preghiera tra le braccia misericordiose di Dio, a sentirci avvolti da quel mistero di felicità che è la vita trinitaria, a sentirci come degli invitati che non meritavano tanto onore. E a ripetere a Dio, nello stupore della preghiera: possibile che Tu conosci solo amore?”. “Lui non conosce l’odio”, ha concluso il Papa a braccio: “È odiato ma non conosce l’odio, conosce solo amore. Questo è il Dio al quale preghiamo, questo è il nucleo incandescente di ogni preghiera cristiana. Il Dio di amore, il nostro Padre, che ci aspetta e ci accompagna”.
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