“Il video dell’agenzia che opera in Ucraina per la produzione seriale di bambini commissionati da coppie straniere è il segno di un mondo che, bloccatosi per il virus, ha scoperchiato anche l’aberrazione della pratica dell’utero in affitto e l’ipocrisia che la circonda”. Lo ha dichiarato ieri in un’intervista a Radio Vaticana, il prof. Alberto Gambino, presidente di Scienza & Vita e prorettore dell’Università Europea di Roma. “Le immagini di decine di culle con bambini in lacrime nello squallore della hall di un albergo – aggiunge Gambino al Sir – è la fotografia della totale assenza di amore di una pratica che sfrutta l’indigenza di donne spesso inconsapevoli e riduce i bambini a prodotti in commercio”. “E allora – aggiunge il presidente di Scienza & Vita – non ci si può sorprendere se, come tutte le merci in tempo di pandemia, anche i bambini sono stati bloccati alle frontiere”. “Il virus ha messo a nudo il gravissimo errore antropologico di chi non comprende ancora che la pratica della maternità surrogata sta nel trattare piccoli esseri umani alla stregua di cose e le loro mamme naturali come macchine biologiche alla mercé di aziende commerciali senza scrupoli”. “Non è chiaro se tra i committenti ci siano anche coppie italiane, ma se così fosse – conclude il prof. Gambino – il Ministro della Giustizia deve immediatamente intervenire per la persecuzione del reato da parte delle procure, mentre il Parlamento ha il dovere morale di legiferare al più presto per innalzare la pena, oggi troppo esigua, così da offrire maggiori strumenti legali alla magistratura italiana contro un reato gravissimo e disumano”.