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Mons. Gestori: “Anche da anziani c’è sempre molto da imparare nella vita”

DIOCESI – Pubblichiamo la riflessione giunta in redazione da parte del Vescovo emerito, Mons. Gervasio Gestori.

Riconosco che è stato difficile in alcuni momenti rimanere chiuso in casa per più di due mesi. Fortunatamente avevo chi mi aiutava ed ero senza doverose necessità di uscire, grazie anche ai raggiunti limiti di età, che mi avevano liberato da tante responsabilità dirette.
La vita “monastica” di quelle settimane mi ha permesso di prolungare il contatto con il Signore, riparando troppi vuoti degli anni antecedenti, senza trascurare un minimo di rapporti umani con alcune persone mediante i preziosi media offerti dalla tecnologia moderna.
Durante quelle giornate, mai abbastanza lunghe per compiere quanto al mattino mi proponevo, ho potuto leggere anche al di fuori degli usuali libri religiosi e mi è capitato con frequenza di vedere richiamato il nome del “gran lombardo”, “quel tal Sandro, autor di un romanzetto/ ove si tratta di Promessi Sposi” (G. Giusti, Sant’Ambrogio). Una paurosa peste aveva infestato la città e lo Stato di Milano nel 1630, che in quella famosa opera di Alessandro Manzoni veniva ampiamente narrata nelle cause e nei rimedi, con sapienti riflessioni ancora di grande attualità in questo nostro clima di coronavirus.
Mi è sorto allora il desiderio di riprendere tra mano quel libro, ma una volta iniziata la lettura non sono stato più capace di smettere. E alla conclusione non mi sono pentito del tempo dedicato.
Ho provato gioia non solo per il fascino del racconto, di cui conservavo qualche memoria dagli anni del Ginnasio, ma soprattutto per la sapienza umana e la fiducia cristiana che il Manzoni aveva saputo infondere abbondantemente in quelle pagine, del resto anche spesso alleggerite da un godibilissimo e fine umorismo tipico dell’Autore.
E così mi è stata offerta la possibilità di riempire le giornate della “clausura” governativa anche accostando una bellezza letteraria, capace di insegnare senza troppo stancare (che è una bella fortuna!), lontana da ragionamenti astrusi e da frasi fatte, spesso solo altisonanti, chiaramente fastidiose e decisamente vuote, come purtroppo mi capitava di trovare altrove, probabilmente per ristrettezza di vedute da addebitarsi anche alla mia età.
La lettura mi ha fatto riflettere sulle tante cose del nostro tempo, e ne sentivo il bisogno, perchè anche da anziani c’è sempre molto da imparare nella vita. E poi, per non sentirmi troppo egoista, mi è sorto l’ardire di raccogliere qualcosa e di farlo conoscere anche a qualche lettore, che avrà la bontà di leggermi.
Non mi resta che ringraziare l’Autore per avermi suggerito lo spunto.

Redazione: