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La teologia dell’infanzia: un webinar per aiutare nella lotta agli abusi

Benedetta Capelli e Bernardette Reis – Città del Vaticano da vaticannews

La Chiesa e il suo impegno nella lotta agli abusi nei confronti dei minori non si ferma nemmeno in tempo di pandemia di coronavirus. Per fare il punto su questo e anche per approfondire “la teologia dell’infanzia”, da ieri ha preso il via il primo di una serie di webinar promossi dalla Pontificia Commissione per la tutela dei minori, dall’Unione Internazionale delle Superiore Maggiori, dal Centro per la protezione dei minori della Pontificia Università Gregoriana e da Telefono Azzurro.
Moltissime le adesioni ricevute ,circa 770 fino a sabato scorso. I prossimi tre appuntamenti: il 18 giugno si parlerà di “Salvaguardia on line in tempo di lockdown”, a moderare ci sarà padre Hans Zoellner, presidente del “Centro per la protezione dei minori” della Pontificia Università Gregoriana. “Vittimologia e il modello di sicurezza relazionale”, in programma il 30 giugno, sarà condotto dal dottor Gabriel Dy-Liacco, psicoterapeuta e membro della Commissione Pontificia per la Protezione dei Minori. L’ultimo webinar è in calendario il 6 luglio, a moderarlo sarà il professor Ernesto Caffo, tra l’altro fondatore e presidente di S.O.S Il Telefono Azzurro Onlus. La sessione sarà dedicata alla “Cura dei bambini dopo il lockdown. In che modo la pandemia ha alterato le nostre relazioni?”

La tutela dei minori al centro del magistero della Chiesa

Confido pienamente che la Commissione continuerà a essere un luogo in cui poter ascoltare con interesse le voci delle vittime e dei sopravvissuti. Perché abbiamo molto da imparare da loro e dalle loro storie personali di coraggio e perseveranza”: così nel 2017 Papa Francesco, ricevendo in udienza la Pontificia Commissione per la tutela dei minori. Un impegno portato avanti in moltissimi Paesi del mondo “ma non bastano le leggi, bisogna avere la conversione delle persone per capire che la tutela dei minori fa parte del nostro essere cristiani”: ribadisce Emer McCharty, responsabile dei progetti della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, che a Vatican News spiega il webinar di ieri:

R. – La serie di webinar che noi andremo ad offrire per tutti coloro che oggi giorno lavorano sia con i bambini che con gli adolescenti e gli adulti vulnerabili sono il frutto di una collaborazione con l’Unione Internazionale delle Superiore Generali e dall’Unione Superiori Generali ramo maschile con cui collaboriamo da 3-4 anni ormai. Siamo molto felici di lavorare insieme a queste due realtà ecclesiali perché i membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei minori si sono resi conto, fin dall’inizio, che dobbiamo andare lì dove oggi ci sono i bambini, gli adolescenti e gli adulti vulnerabili nella Chiesa, in questo senso vediamo che le congregazioni religiose sia maschili che femminili sono in prima linea e lavorano in questo campo. Quando il mondo è stato travolto dalla pandemia di coronavirus, il nostro lavoro ha avuto un brusco stop. Eravamo operativi in varie realtà nazionali dal Brasile fino all’Oceania con corsi di formazione sulla tutela dei minori sia per i vescovi che per i formatori e gli educatori. Ovviamente i nostri membri non potevano più viaggiare quindi non potevamo più offrire queste risorse alle chiese locali. Grazie allo sviluppo del mondo digitale, anche noi ci siamo resi conto che questo non significava fermare tutti i nostri sforzi verso, con e per le chiese locali.

Qual è il significato del primo tema trattato dal webinar?

R. – I nostri membri lungo questi 5 anni di vita della Commissione hanno sempre ribadito lo sforzo comune di approfondire la nostra conoscenza e la nostra comprensione della teologia dell’infanzia come è presentata nelle Sacre Scritture e nel Magistero della Chiesa. Perché? Perché tutti i nostri sforzi, le nostre politiche, le nostre norme, i nostri eventi educativi e formativi, gli interventi sono inutili se non comprendiamo che la tutela dei minori e delle persone vulnerabili sono parte integrante del nostro essere cattolici e cristiani. Per questo abbiamo bisogno di un pensiero e di un linguaggio teologico, non siamo gli unici a riconoscere questo bisogno, ci sono altre realtà, altri teologi, ecclesiologi in altre parti del mondo che stanno portando avanti ricerche ed elaborazioni in questo senso. Sappiamo che il Centro per la protezione dei Minori della Gregoriana diretta da uno dei nostri membri, padre Zoellner, stava promovendo un laboratorio di questo tipo, approfondendo il fatto teologico. Purtroppo anche questo è stato rimandato a causa della pandemia. Perciò noi abbiamo voluto cominciare questo webinar proprio dall’inizio. Cosa ci ha insegnato Gesù? Cosa ci dice Gesù per quanto riguarda il nostro mandato, mettendo i bambini in primo piano.

E’ passato poco più di un anno dall’Incontro sulla protezione dei Minori, voluto da Papa Francesco e che si è tenuto in Vaticano lo scorso febbraio. Quali progressi sono stati fatti nell’ambito della protezione dei minori e delle persone vulnerabili. E che cosa deve essere ancora fatto in questo campo?

R. – Noi siamo molto contenti del fatto che il Santo Padre abbia accolto la nostra richiesta di fare questo incontro con tutti i capi delle Conferenze episcopali mondiali per avere un’unica voce nella consapevolezza che la tutela dei minori è una priorità della Chiesa di oggi. Quando uno vuole misurare il successo di un progetto, di un cammino, di uno sforzo in termini di norme, di accordi, di strutture parte già svantaggiato perché il percorso della tutela dei minori nella Chiesa è un percorso che va costantemente rinnovato. Noi non dobbiamo mai pensare che abbiamo raggiunto la meta, mai! E’ importantissimo avere la consapevolezza di dover essere sempre vigili, di aggiornarci sempre sulla tutela dei minori. Abbiamo visto, nello scorso anno, la creazione di una task force che ha il compito di andare lì sul territorio dove c’è bisogno di aiutare le varie strutture ecclesiali, di stilare e implementare le loro politiche.  Abbiamo visto anche la promulgazione di “Vos estis lux mundi”, che è formativa, importante, sostanziale per una maggiore responsabilizzazione delle chiese nel gestire la tutela dei minori ma tutto questo non basta. Non bastano le leggi, bisogna avere la conversione delle persone per capire che la tutela dei minori fa parte del nostro essere. Quindi è necessario andare lì dove ci sono i bambini, gli adolescenti ed i giovani nella Chiesa, nelle scuole, negli ospedali, nelle cliniche, negli orfanatrofi gestiti da persone che fanno parte delle realtà ecclesiali. Tutto questo per mettere a disposizione le nostre risorse e le nostre capacità, per far sì che i bambini e i vulnerabili siano tutelati e siano anche al primo posto nei nostri pensieri.

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