CULTURA – Le lezioni sono terminate, gli studenti di terza media e di quinto superiore sono alle prese con le loro ultime fatiche e i docenti sono immersi negli adempimenti di fine anno. Insomma siamo agli sgoccioli e tutti guardano con una certa frenesia alle imminenti vacanze, specialmente quest’anno in cui tutti hanno il desiderio di lasciarsi alle spalle quello che si è vissuto negli ultimi mesi. Eppure c’è un manipolo di docenti capitanati dal Prof. Mario Leone, docente di Musica, che ha ancora voglia di confrontarsi e di discutere e ha dato così vita a “La classe non è acqua”, una newsletter che si occupa in modo originale del mondo della scuola. Il Prof. Leone ne ha parlato alla nostra testata.
Come è nata l’idea di fare una newsletter sulla scuola?
Da qualche mese con alcuni amici insegnanti ci raccontiamo le nostre esperienze di scuola, quello che accade nelle giornate lavorative. Condividiamo articoli di giornali, spunti che emergono dal mondo della cultura. Il rapporto con questi amici si è fatto più stringente durante il lockdown quando la scuola si è “trasferita” a casa. Ci siamo detti: perché non condividere con chiunque la nostra passione per l’educazione e quello che ci colpisce? Così abbiamo deciso di realizzare una newsletter dal titolo “La classe non è acqua” che potete leggere a questo link (https://bit.ly/3dRXTcg). Una newsletter perché è uno strumento rapido, efficace e molto diretto. Il titolo nasce dal desiderio di rendere “meno liquida e inafferrabile la realtà della scuola: La classe non è acqua, per l’appunto”.
Quante sono le persone coinvolte?
Siamo in sei. Elisabetta Campetella, Carlo Carù, Margherita Giambi, Gabriele Laffranchi, Fausto Mascheroni e il sottoscritto. Insegniamo tutti in scuole di diverso ordine e grado di diverse regioni italiane. Docenti di lettere, musica, filosofia. E’ una redazione dinamica caratterizzata da passione e preparazione.
In che cosa si distingue la vostra newsletter rispetto alle tante pubblicazioni che riguardano il mondo della scuola?
La nostra newsletter parla a chiunque: ai docenti, ai genitori ma anche solo a coloro che vogliono capire cosa stia accadendo all’educazione. Parla a coloro che comprendono quanto la cura dell’educazione sia il “motore” per far partire un Paese. Parla a quelli che ancora non lo capiscono per provare a farglielo capire. Non solo. Il nostro prodotto seleziona con cura le notizie dall’Italia e dall’estero e vuole essere un luogo di dialogo e confronto aperto a tutte le voci ma con una sua precisa identità: fare scuola è una cosa seria.
Di cosa a suo avviso ha oggi maggiormente bisogno la scuola italiana?
La scuola italiana ha bisogno di “passione e mestiere” come diciamo nel “focus” che apre la newsletter. Mi spiego meglio. Ha bisogno di professionisti preparati e selezionati adeguatamente che abbiano uno struggimento “per l’altro”, per la vita e il destino di ogni persona. Questo è il punto fondamentale. Poi possiamo discutere su come organizzare la scuola, l’autonomia e tutte le tematiche (giustissime) che riempiono il dibattito pubblico.
L’emergenza coronavirus ha indotto le scuole ha fare abbondante uso delle tecnologie. Come giudica questo agire del mondo della scuola sotto la pressione delle circostanze?
La circostanza è sempre una grande possibilità. Anche una pandemia è una possibilità. Il Covid-19 ha portato alla ribalta quanto sia decisiva la figura del docente. Per tutti ora è chiaro “quanto un professore può (e deve) dare. Quanta passione per l’altro ci sia dietro ogni gesto, anche virtuale”, diciamo ancora nel “focus” della newsletter. Si dovevano utilizzare le nuove tecnologie, si sarebbe potuto riaprire in qualche zona a minor rischio. Ma questo è un altro argomento che sicuramente affronteremo in altre occasioni.
Come potersi iscrivere?
È semplice, basta inserire il proprio indirizzo email nel link della newslettter. La newsletter è gratuita e ogni mese è inviata agli iscritti. Per il mese di luglio c’è già qualche sorpresa in cantiere.