Come è entrato a far parte del club dei lettori?
Sono sempre stato incuriosito dalle locandine degli incontri che vedevo affisse sui muri della scuola e da quello che i miei compagni membri del club mi raccontavano, solo che, essendo già impegnato in molte altre attività pomeridiane del Liceo stesso, non avevo mai avuto il tempo di prendervi parte. Poi quest’anno spinto dalla mia prof.ssa di italiano e dei miei amici che già ne facevano parte ho deciso di entrarvi “ufficialmente”.
Che cosa significa per uno studente del Liceo Scientifico seguire questo tipo di attività più legata alle materie umanistiche?
Significa sicuramente capire come tutte le materie alla fine siano collegate tra di loro e pertanto quelle umanistiche non escludono quelle scientifiche e viceversa, quindi lo sviluppo di certe competenze più legate alle prime risulta fondamentale per la comprensione delle altre e così via.
Qual è il genere letterario che preferisce e perché?
Grazie alla mia prof.ssa di storia e filosofia Mariella Giammarini, in questi ultimi anni ho imparato ad apprezzare i romanzi di genere filosofico, che preferisco a molti altri proprio perché non rischiano mai di essere superficiali. Un libro è bello quando mi cambia e mi lascia un segno, quando mi porta a dubitare delle cose che troppe volte reputo scontate o quando, arrivato alla fine, devo rincominciare da capo perché mi sembra di aver capito tutto, ma in realtà sono più confuso di prima e ad ogni rilettura scopro cose nuove.
Cosa l’ha colpita del libro di Carofiglio?
Essendo io un grande fan dei legal drama americani, ovvero quelle serie tv incentrate sulle vite e sui casi di grandi avvocati, ho trovato davvero avvincente tutta la parte riguardante il processo penale del figlio di Lorenza. Sicuramente però la parte che più mi è rimasta impressa è quella in cui il protagonista, nel ripercorrere la sua storia d’amore, rivive delle emozioni diverse da quelle che lui era sicuro di ricordare: questo è quello che troppo spesso ci capita, ovvero ci illudiamo che tutto vada bene soltanto perché non siamo pronti ad accettare la realtà e non siamo in grado di comprendere i nostri sentimenti. Il resto lo trovate nella recensione.
Che emozione ha provato nel sentirsi nominare dall’autore?
Ammetto che è stata una grande soddisfazione, sia perché le mie parole sono riuscite ad interessare qualcuno, ma soprattutto per avere reso orgogliosa (spero) la mia prof.ssa di lettere, Valentina Vagnoni, che era quasi più emozionata di me e per questo la ringrazio ancora per avermi incoraggiato e seguito in questo progetto.