DIOCESI – Sabato 13 giugno il Vescovo Carlo Bresciani ha celebrato nella chiesa di Sant’Antonio da Padova la Santa Messa in onore del santo titolare. Quest’anno la festa di Sant’Antonio si è svolta sottotono a causa delle misure di contrasto al coronavirus, ma non con minore fede o devozione. Infatti i fedeli sono intervenuti numerosi e la chiesa era piena, limitatamente ai posti disponibili.

Nella sua omelia Mons. Bresciani ha messo in evidenza come la vita del cristiano è autenticamente tale solo alla luce delle opere che compie, come emerge nelle figure dei Santi e in particolare in quella di Sant’Antonio: «Il santo ci presenta dal vivo cosa significa essere cristiani, cioè prendere sul serio e fino in fondo quanto Gesù ci ha detto e questo rivela il nostro amore per Gesù. Il cristiano non è fatto solo di idee, siamo invece chiamati a vivere una vita buona per noi e per gli altri, anche quando questo diventa impegnativo. Annunciare il Vangelo non significa prendere in mano la Bibbia e ostentarla al prossimo. Il Vangelo non è fatto di chiacchiere da spendere sulla piazza perché c’è qualcosa da dire o c’è qualche consenso da ottenere o qualche interesse da perseguire. Purtroppo, lo sappiamo, c’è anche chi usa le parole del Vangelo per interesse del proprio portafoglio. San Paolo, sapendo che le cose stanno proprio così, dice nella Seconda Lettura che dobbiamo vivere la Verità nella Carità».

Il Vescovo ha proseguito mostrando quanto male possano fare al prossimo le calunni e i pettegolezzi: «La Verità emerge dai fatti, non dalle parole. Possiamo vivere la Carità anche quando non condividiamo le idee dell’altra persona che stiamo incontrando, ma c’è modo e modo di non condividere. C’è un modo che insulta, c’è un modo che usa il pettegolezzo, c’è un modo che ricorre alla calunnia. E proprio Sant’Antonio ha avuto a che fare con la calunnia, quando a Ferrara ha dovuto salvare una famiglia dalle calunnie. Una volta le calunnie giravano nelle piccole cerchie degli uomini seduti al bar o delle donne che si ritrovavano per strada la sera. Oggi invece le calunnie corrono sui social e raggiungono il mondo intero. E il cristiano lo si giudica anche da come diffonde queste calunnie, perché quella non è la verità. Non bastano le parole: “Io voglio bene a Dio”. Sapete qual è il criterio per sapere se voglio bene a Dio? Se voglio bene agli altri. Questo ci dice Sant’Antonio, perché lui ha vissuto amando il prossimo. Certo, nel mondo di allora, a partire dal Portogallo, passando per l’Africa e giungendo in Italia: ha girato il mondo per predicare il Vangelo, sì, ma lo ha predicato con le opere. Per questo l’Apostolo Giovanni dice: “Come puoi dire tu di amare Dio che non vedi se non ami il fratello che vedi?”».

Mons. Bresciani ha concluso sottolineando l’importanza di vivere i tempi che il Signore ci ha concesso: «È nei momenti difficili che emerge il cristiano, perché allora ci viene richiesta la coerenza e la pazienza. Stiamo vivendo tempi difficili dal punto di vista sanitario, economico e sociale, ma è in questo contesto che noi cristiani siamo chiamati ad essere un segno, non solo con le parole, ma soprattutto con le opere. Ed è proprio nei tempi difficili che escono le qualità migliori se vogliamo e se lo chiediamo al Signore. Anche quelli di Sant’Antonio non furono tempi facili. Nella storia raramente ci sono stati tempi facili, ma noi siamo sempre chiamati a vivere i tempi che il Signore ci dà e a vivere seguendo l’esempio nelle parole e nelle opere del Signore e dei Santi».

Al termine della celebrazione il parroco Padre Massimo Massimi ha ringraziato il Vescovo Carlo per la sua presenza, rammaricandosi con i fedeli per le ridotte dimensioni della festa e per la mancanza della tradizionale merenda, ma con letizia francescana ha assicurato che questo significa che il prossimo anno la razione sarà doppia!

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