Il conflitto fu combattuto nella penisola coreana dal 1950 al 1953 causando 3 milioni tra morti, feriti e dispersi, metà dei quali civili. Terminò con l’armistizio di Panmunjeom che pur stabilizzando in qualche modo la situazione, non riuscì a condurre ad un reale accordo di pace.
L’arcidiocesi di Seoul, la più grande diocesi della Corea del Sud con 1,52 milioni di fedeli, ha celebrato una messa alle 10 nella cattedrale di Myeongdong con una partecipazione di 230 cattolici. Nei giorni scorsi, le Chiese cristiane di tutto il mondo si sono unite per lanciare un messaggio ecumenico di pace in cui si chiede “una immediata dichiarazione formale sulla fine della guerra di Corea” e “l’adozione di un trattato di pace per sostituire l’accordo di armistizio del 1953, come punto di partenza per ulteriori progressi verso la realizzazione di un regime di pace permanente nella penisola coreana”.
Nella messa celebrata ieri nella cattedrale di Myeongdong, il cardinale Andrew Yeom Soo-jung, arcivescovo di Seoul, ha detto: “sebbene raggiungere la vera pace che tutti desideriamo sia una cosa molto difficile, non è assolutamente impossibile”.
Le preghiere per la pace e la riconciliazione della penisola avvengono in un momento cui la tensione è molto alta. È solo di pochi giorni fa la notizia che la Corea del Nord ha fatto saltare con un’esplosione l’ufficio di collegamento con la Corea del Sud a Kaesong che fu aperto dopo un vertice del 2018 tra le due Coree.
Il cardinale ha quindi chiesto a tutte le parti di avviare una “politica del perdono” attraverso la quale “la giustizia diventa più umana e la pace più duratura”. Per il 70° anniversario, la Chiesa cattolica ha proposto alle diocesi e alle parrocchie di tutto il Paese di unirsi per pregare ogni giorno per una settimane per una intenzione diversa: per i leader politici in Corea del Nord, Stati Uniti e Corea del Sud; per la denuclearizzazione della penisola coreana ed un mondo senza armi nucleari; per coloro che soffrono di sanzioni economiche; per l’evangelizzazione della Corea del Nord e del Sud; per il vero perdono e la riconciliazione nella penisola coreana; per gli operatori di pace.
Ieri si sono celebrate messe a Suwon, Wonju, Daegu e Daejeon, Chuncheon, Incheon, Uijeongbu e Masan. Il vescovo Lee Ki-heon, capo del Comitato per la riconciliazione del popolo coreano della Conferenza episcopale coreana, ha rilasciato una dichiarazione in cui chiede al governo della Corea del Sud di trovare modi per compiere passi in avanti nelle relazioni intercoreane. “Ma prima di ogni cosa – ha detto il presule – occorre adottare un trattato di pace e ciò può essere stabilito solo con una dichiarazione di fine guerra”.