“Attacchi di panico, paura continua, auto-isolamento, enuresi notturne: sono solo alcuni dei sintomi dei quali soffrono i bambini siriani da quasi dieci anni costretti a spostarsi a causa delle violenze” denuncia Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, in un report realizzato grazie alle interviste sottoposte a 170 bambini siriani e diffuso oggi.
In Siria, “i traumi subiti si ripercuotono sui bambini anche per quanto riguarda l’idea di tornare nelle proprie case. Anche quelli che volevano fortemente ritornare, soffrono di ansia e hanno paura alla sola prospettiva di un rientro”. Save the Children sottolinea anche come, l’impatto del conflitto sul benessere emotivo dei bambini sfollati vada ben oltre la grave angoscia iniziale dell’essere costretti a fuggire dalle proprie case distrutte da bombe e proiettili e influenza ogni aspetto della loro vita.
Essere costretti ad allontanarsi dalle proprie case ha strappato ai bambini, oltre alla stabilità di un tetto, anche la routine di andare a scuola, di incontrare gli amici e altre figure di sostegno nonché i modelli della routine familiare”. Durante le interviste, i bambini hanno mostrato un’allarmante assenza di mezzi per far fronte allo stress che peggiora di anno in anno man mano che continuano a spostarsi.
La loro autostima e la loro resilienza stanno diminuendo e molti bambini non hanno trovato il modo di rasserenarsi o semplicemente di vivere la propria infanzia appieno. Molti bambini sfollati, emerge dal report, “sono costretti a crescere troppo in fretta e assumono prematuramente ruoli da adulti per sostenere le proprie famiglie.
I bambini rifugiati fuori dalla Siria, inoltre, hanno denunciato continue discriminazioni, che non li fanno sentire sicuri fuori dalle proprie case. Molti bambini ora percepiscono il futuro come fonte di stress e paura”. Il conflitto in corso ha paralizzato il sistema sanitario, compresi i servizi per il sostegno alla salute mentale. Save the Children stima che vi sia un solo psichiatra ogni 250mila persone, ben al di sotto della media globale.
Anche il supporto psicosociale è a livelli critici e i servizi di protezione delle comunità, compresa la gestione dei casi e i luoghi sicuri in cui i bambini possono crescere e socializzare, sono al limite massimo. “I bambini siriani meritano di meglio – afferma Sonia Khush, direttrice in Siria per Save the Children –. La Conferenza di Bruxelles che si terrà nei prossimi giorni è un’opportunità concreta per garantire che le esigenze di protezione a lungo termine della salute mentale dei bambini siano rese prioritarie e adeguatamente finanziate. Insieme possiamo garantire che i bambini abbiano l’aiuto di cui hanno bisogno per sentirsi al sicuro e guardare avanti con fiducia”.
Save the Children chiede ai governi, “e in particolare a quello Italiano, di utilizzare la IV Conferenza sulla Siria a Bruxelles, per garantire che la salute mentale dei bambini sfollati sia prioritaria e inclusa come parte integrante di ogni tentativo di ottenere soluzioni durature per le popolazioni sfollate della Siria”.