DIOCESI – Grande festa sabato 4 luglio a Ripatransone per la riapertura dopo il lockdown del circuito dei Musei Sistini che comprende 10 musei sparsi sul territorio Diocesano. Alla presenza della Vicepresidente della Regione Marche Anna Casini, del Prefetto Rita Stentella, di moltissimi Sindaci dei comuni che insistono sulla Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, di altrettanto numerosi membri del clero diocesano e di esponenti del mondo della cultura locale si è tenuta una conferenza di presentazione alla quale hanno partecipato in qualità di relatori il Vescovo Carlo Bresciani, il Segretario della Cei Mons. Stefano Russo, il delegato vescovile per i Beni Culturali don Giorgio Carini e la Direttrice dei Musei Sistini Paola Di Girolami. Per la sua particolare rilevanza, l’evento è stato trasmesso da VeraTv con la condizione di Matteo Porfiri.
Ha introdotto l’incontro il Vescovo Carlo Bresciani: «Questi 10 musei ci raccontano una parte importante della fede e della storia del nostro territorio. Accogliamo ciò che i nostri antenati con tanto sacrificio hanno saputo costruire, non semplicemente per custodire qualcosa di antico, ma per raccogliere i favori del passato che innervano il nostro presente. Questa riapertura è anche segno di una volontà di ripresa per il nostro territorio, colpito prima dal terremoto e più recentemente dal covid. Sono molto contento che questa rete di musei possa continuare a svolgere le proprie attività con la collaborazione molto significativa da parte dei Comuni in un lavoro di sinergia: solo quando si collabora si possono avere risultati positivi per tutti».
Ha preso poi la parola Mons. Stefano Russo: «Sono contento di essere qui perché quello che oggi state facendo è un segno importante, non solo per il nostro territorio, ma anche perché quello che stiamo vivendo è un tempo difficile, esposto ancora a una grande provvisorietà e voi state dicendo a tutti: “Tutta la nostra comunità si impegna a mettere in evidenza quello che conta”. Qualcuno potrebbe obiettare: “Ma come? Con tutte le necessità che ci sono, questi pensano ai beni culturali?». In realtà non è affatto così: chi si occupa di beni culturali su un territorio lo fa con la coscienza viva che questi beni appartengono all’oggi e hanno un significato profondo per l’intera comunità. La formula adottata dai Musei Sistini 22 anni fa si è rivelata profetica per tutta la comunità nazionale e corrisponde alla fisionomia di quello che un museo diocesano dovrebbe essere. I Musei Diocesani sono istituzioni culturali nate abbastanza recentemente per conservare opere che non potrebbero rimanere in situ per vari motivi e che musealizzate possono continuare a raccontare una storia. Normalmente si costruisce un unico Museo Diocesano con un numero di opere elevato, provenienti da tutto il territorio diocesano. Qui invece si è fatta una scelta veramente coraggiosa: le varie comunità locali si sono impegnate a tenere le opere sul territorio, rispettando le opere stesse, perché chiaramente sapete che quando un bene nasce in una chiesa e poi lo si deve spostare, lo si toglie dal contesto per cui è stato pensato. Il Museo Diocesano è un luogo di incontro di tante persone, spesso di culture diverse, di ogni età e appartenenza religiosa e una comunità che investe su di esso fa un’opera pastorale con una valenza culturale e sociale straordinaria. Negli ultimi mesi abbiamo riaperto anche tanti luoghi di culto lesionati dai recenti terremoti. La riapertura di una chiesa non è soltanto la riapertura di un luogo di culto, essa ha anche un significato per la comunità che vive in quel posto, per il recupero di tante piazze che sono nei nostri centri storici e per il fatto che permette a tante persone e famiglie di lavorare, grazie ai fondi dell’8 per mille che la Chiesa utilizza ogni anno nei circa settecento cantieri aperti su tutto il territorio nazionale».
È stata poi la volta di Don Giorgio Carini: «I Musei Sistini costituiscono un’eccezione a tutte quelle che un tempo erano le norme che facevano sì che un museo potesse sostenersi. Quando iniziammo 22 anni fa, pieni di entusiasmo, già allora era difficile sostenere un museo e l’unico modo per sostenerlo era quello di creare delle sedi uniche per ottimizzare i costi e garantire in tal modo l’affluenza. Noi siamo andati completamente contro corrente. È il segreto che ci ha permesso di raccogliere quello che sul nostro territorio abbiamo visto come l’eredità più preziosa. Portare via un’opera da un territorio, fosse anche una piccola chiesetta di campagna, e metterla in un museo vuol dire deturparla, perché comunque il museo, passatemi il termine, “mummifica” in un certo senso l’opera d’arte. Abbiamo sperimentato in questi ultimi tempi che la formula adottata allora si è rivelata vincente perché le amministrazioni locali si sono proclamate tutte disposte alla riapertura dei Musei Sistini, sentiti da tutti come parte fondamentale dell’identità del territorio».
Ha tratto le conclusioni la Dott.ssa Paola Di Girolami: «Il nostro territorio è veramente speciale e ne ho avuto ancora la conferma in questi ultimi due anni. Il terremoto è stato oggettivamente devastante per le strutture, per gli edifici, per le comunità e per gli operatori museali. Per noi come museo è stata l’occasione per uscire fuori dal museo e incontrare le gente e la comunità: avere degli spazi diffusi sul territorio ci ha aiutato a mantenere il contatto col territorio e con le persone che lo abitano. Anche il covid è stata una situazione da affrontare e superare e lo abbiamo fatto insieme ai sindaci che hanno fortemente voluto riaprire i Musei. Alcuni Sindaci mi hanno detto: “Quest’anno i turisti saranno pochi, ma quei pochi vanno intercettati dalle nostre strutture che debbono essere aperte!”. Pertanto avremmo i Musei Sistini aperti tutti i giorni fino a metà settembre: facciamo quello che abbiamo sempre fatto, ma con la consapevolezza di tutto quello che c’è alle spalle. Un ringraziamento speciale al Consigliere Regionale Fabio Urbinati, non solo perché è sempre presente alle iniziative organizzate dai Musei Sistini del Piceno, ma anche perché è fautore di una legge che sarà discussa a breve per il quinto centenario della nascita di Sisto V, un evento culturale di grande rilievo, all’interno del quale ha voluto inserire anche un sostegno per i Musei Sistini».
Al termine della conferenza è stato benedetto il nuovo ufficio e i numerosi presenti hanno potuto visitare le opere esposte nel Museo.