“Per rispondere alle sfide imposte dalla pandemia nel mondo contemporaneo non abbiamo bisogno soltanto di grandi esperti o di tecnici – ha messo in guardia il porporato -, ma abbiamo bisogno soprattutto di uomini e donne che si fanno ‘ambasciatori di Cristo’. Uomini e donne che, come le sentinelle per la casa d’Israele, rispondono a una missione divina, esprimono con passione e generosità la loro vocazione e si mettono a disposizione della comunità”.
Proprio oggi, ha ricordato il presidente della Cei, “celebriamo san Benedetto: senza dubbio un profeta dei suoi tempi. Paolo VI quando lo proclama patrono dell’Europa lo definisce come ‘messaggero di pace, realizzatore di unione, maestro di civiltà, e soprattutto araldo della religione di Cristo e fondatore della vita monastica in occidente’. Pace, unità e cristianesimo: ovvero le basi della nostra civiltà”. La fitta rete di monasteri benedettini che si sviluppa in tutto il continente europeo, ha evidenziato l’arcivescovo, “costituisce, ancora oggi, le fondamenta spirituali, culturali dell’Europa. Di un’Europa che ‘prega e lavora’: cioè che contempla la parola di Dio e si prende cura di tutti gli esseri umani, a partire dai più deboli; che testimonia l’amore di Cristo e, al tempo stesso, si fa costruttrice del mondo con le opere dell’ingegno”.