Nel ricordare il ruolo svolto nella storia dalle Chiese cristiane, appartenenti al Wcc, per il dialogo interreligioso e la costruzione di ponti fondati sul reciproco rispetto e i valori condivisi tra le diverse comunità religiose, “comprese le comunità musulmane”, il rev. Sauca annota: “La decisione di convertire un posto così emblematico come Hagia Sophia da un museo a una moschea creerà inevitabilmente incertezze, sospetti e sfiducia, minando tutti i nostri sforzi compiuti per riunire persone di fedi diverse al tavolo del dialogo e della cooperazione. Inoltre, temiamo fortemente che incoraggerà le ambizioni di altri gruppi altrove che cercano di rovesciare lo status quo esistente per promuovere nuove divisioni tra comunità religiose”.
Dalla sua sede di Ginevra, il Wcc lancia quindi un appello accorato a Erdogan: “Signor presidente, lei ha ripetutamente affermato l’identità della Turchia moderna come Stato laico, ma ieri lei ha annullato l’impegno che dal 1934 ha preservato questo monumento storico come patrimonio condiviso dell’umanità. Nell’interesse di promuovere la comprensione reciproca, il rispetto, il dialogo e la cooperazione, evitando di coltivare vecchie animosità e divisioni, le chiediamo urgentemente di riconsiderare e invertire la sua decisione. Ci uniamo al patriarca ecumenico Bartolomeo nell’esprimere la nostra fervida speranza e preghiera che Hagia Sophia non torni ad essere al centro di scontri e conflitti, ma venga ripristinata al ruolo unificante emblematico che ha ricoperto dal 1934”.