Chiedo all’Altissimo di guidare sempre i cuori dell’umanità sulla via della verità, della bontà e della pace”. A fare da cornice a quel momento i mosaici di Cristo Pantocratore nella cupola centrale e i grandi angeli con la maestosa Vergine nel catino absidale. “Circa il 70% della popolazione turca, secondo gli ultimi sondaggi – dichiara mons. Bizzeti –, ha approvato questa decisione del presidente Erdogan, un dato di cui bisogna tenere conto. Non è stato un colpo di testa del presidente. Nel suo discorso, tenuto venerdì 10 luglio, Erdogan ha ribadito che il luogo sarà aperto a tutti e non si pagherà più il biglietto di ingresso. Sarà da vedere come verrà allestito e se è previsto uno spazio dinanzi ai mosaici dell’antica cattedrale bizantina”.
Inoltre, i riferimenti alla fede e alla preghiera fatti da Erdogan nel suo discorso, aggiunge il vicario dell’Anatolia, “mi fanno sperare che possa venire concessa la possibilità di pregare ai profughi cristiani, permettendo anche di aprire cappelle nel territorio turco. Da uomo di fede e di religione qual è, il presidente potrebbe concedere questa possibilità ai cristiani che non abitano a Istanbul dove invece ci sono molte chiese. In altri luoghi non c’è nemmeno una piccola cappella dove radunarsi e pregare. Se la preghiera e la fede sono importanti, allora che si conceda questa opportunità a persone che, all’inizio, si pensava fossero in transito mentre sono anni che sono in Turchia”. Una di queste piccole chiese è a Tarso, oggi adibita a museo, ma dove, sottolinea mons. Bizzeti, “è possibile celebrare e incontrarsi. Un luogo ben tenuto dalle autorità, messo in sicurezza e pulito”. “Abbiamo invece problemi ad aprire nuove strutture. Si è infatti ancora legati alle clausole del Trattato di Losanna (di un secolo fa) che speriamo vengano riviste perché fortemente penalizzanti nei confronti di alcune comunità cristiane. Penso che la Turchia possa essere disponibile a questa revisione. Vediamo se anche le potenze occidentali che firmarono il Trattato possano essere interessate. Credo infatti che negli ultimi anni in Europa, riguardo alla Turchia di Ataturk e di Erdogan, si è andati avanti a slogan. Sotto Ataturk lo Stato era impregnato di laicismo estremo e c’era minore spazio per le minoranze religiose. In gioco c’è anche il riconoscimento giuridico della Chiesa cattolica. Credo comunque che sia fondamentale, al di là dei fatti giuridici, permettere alle persone di ogni fede e religione di potersi esprimere”.