Il 5,2% dei marchigiani ha difficoltà di accesso a servizi come, ad esempio, quelli dedicati all’infanzia o agli anziani. Tant’è che mentre, in generale, quasi 9 italiani su 10 (89%) sognano l’agricolonia per i propri figli, solo il 16% dei bambini fino a due anni di età usufruisce del nido. Servizi presenti, per altro, solo nella metà dei Comuni marchigiani lasciando sguarnite intere aree, soprattutto nell’entroterra. È quanto emerge da una analisi di Coldiretti Marche rispetto al report di “La vera agricoltura sociale fa bene all’Italia” su dati di Fondazione Univerde e Istat. Ma non ci sono solo i servizi per l’infanzia. La nostra regione accoglie il 7% delle imprese che si occupano di agricoltura sociale. Tra servizi educativi, didattici, inserimenti lavorativi, centri diurni, assistenza al disagio, progetti di longevità attiva sono 50 le aziende agricole iscritti all’apposito elenco regionale e se si considera la superficie agricola utilizzata per queste attività le Marche figurano al terzo posto nazionale dietro a Puglia e Piemonte, le regioni con il maggior numero assoluto di realtà. “L’agricoltura è la risposta prima alla richiesta di welfare che emerge dai territori. Attraverso le strutture aziendali dei nostri imprenditori e la professionalità delle figure impiegate, il servizio sociale offerto dagli agricoltori è l’espressione massima della multifunzionalità rurale che va dalla tutela dell’ambiente alla cura delle persone” commenta Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche. Un sostegno importante per le famiglie in difficoltà, gli anziani, i bambini, i disabili e le fasce più disagiate della popolazione travolte da anni di crisi economica, accentuata prima dal terremoto e ora, in ultimo, dall’emergenza Coronavirus.