Percorrendo la boulevard de la Grotte, la via popolata dei negozi di souvenir che conduce al santuario, tante saracinesche sono ancora abbassate. Come sono ancora chiusi gli alberghi, che torneranno ad aprirsi solo con l’arrivo dei gruppi di pellegrini. A Lourdes la ripartenza è cominciata da più di un mese, ma al momento va ancora a rilento. La crisi economica, successiva alle chiusure per limitare il contagio del Covid-19, ha colpito anche la città ai piedi dei Pirenei, dove, per la prima volta nella storia, il santuario è stato costretto dalla pandemia a chiudere i cancelli. Un lockdown durato oltre due mesi che ha riportato i conti del santuario in rosso. Il deficit stimato è di otto milioni di euro. E per venirne fuori il rettore, mons. Olivier Dumas, chiede l’aiuto dei fedeli, attraverso le loro donazioni, e dialoga con le istituzioni locali e nazionali per ottenere un loro sostegno.
La riapertura del santuario è parziale: può accogliere solo un numero limitato di pellegrini, secondo un rigoroso protocollo sanitario. Ma “Lourdes senza pellegrini è una Lourdes senza risorse per svolgere la sua missione, per mantenere l’intero sito”, che in tempi ordinari mobilita quasi 100mila volontari per accogliere ogni anno 3 milioni di fedeli e visitatori provenienti da tutto il mondo, tra cui più di 50mila malati e disabili. Dei 320 dipendenti alcuni non sono rientrati al lavoro, perché non ce n’è per tutti.
Un pellegrinaggio virtuale. Per riavvicinare i fedeli a Lourdes e per chiedere una loro offerta, domani, 16 luglio, il santuario ospiterà un pellegrinaggio on line mondiale, che si svolgerà dalla grotta delle apparizioni: 15 ore in diretta con celebrazioni, processioni e rosari in 10 lingue. Saranno 60 i testimoni – artisti, medici, giornalisti – che diranno che cosa è Lourdes per loro e per il mondo. “Questo pellegrinaggio digitale mondiale è l’occasione per far sentire presenti tutti i pellegrini del mondo che quest’anno non potranno venire a Lourdes”, dice al Sir il rettore. La scelta della data non è casuale. Il 16 luglio è il giorno dell’ultima apparizione della Vergine Maria a Bernadette, che “in quell’occasione non era proprio davanti alla grotta, ma un po’ più lontana”, spiega mons. Dumas.
“È un simbolo perché tutti coloro che sono lontani dalla grotta possano riunirsi in una giornata di preghiera per essere in comunione tra di loro. Sarà anche l’occasione per sollecitare la generosità dei pellegrini in modo che permettano al nostro santuario di sopravvivere, perché adesso è molto difficile”.Il ritorno dei pellegrinaggi dall’Italia ad agosto. Un momento di svolta per la ripresa dell’economia di Lourdes sarà quello della ripresa dei pellegrinaggi dei gruppi. Da quel momento riaprirà un maggior numero di hotel. Secondo mons. Dumas, un terzo dei 137 alberghi presenti in città. Il mese di agosto sarà il periodo del ritorno anche dei pellegrini italiani a Lourdes. Dal 24 al 27 agosto la diocesi di Roma promuove, come ogni anno, il tradizionale pellegrinaggio guidato dal cardinale vicario Angelo De Donatis, con l’organizzazione dell’Opera romana pellegrinaggi. L’Oftal ritornerà a Lourdes, dal 14 al 17 agosto, con il primo pellegrinaggio dopo l’emergenza sanitaria da Covid-19, organizzato con aerei e pullman. Previsti altri tre appuntamenti nei mesi di settembre, ottobre e dicembre. L’Unitalsi, invece, sarà a Lourdes da martedì 18 agosto. Il presidente Antonio Diella è già stato nella città dei Pirenei, nella seconda metà di giugno. “Abbiamo aperto le iscrizioni – riferisce -. Saranno pellegrinaggi, in aereo e in autobus, necessariamente in numeri più contenuti per tutelare la salute delle persone attraverso le misure anti-Covid, nel pieno rispetto di tutte le normative sanitarie e gli standard di sicurezza, ma sicuramente non meno coinvolgenti”.
L’attenzione per gli ammalati. Diella riferisce che si sono già iscritti ai pellegrinaggi anche diversi ammalati che, alla luce della loro condizione, possono partecipare in condizioni di sicurezza. “Alle persone con patologie molto gravi o che necessitano di spazi ampi non riusciamo a garantire la presenza – spiega al Sir -. Ma, intanto, stiamo raccogliendo iscrizioni di persone con patologie meno gravi che possano comunque affrontare il viaggio in condizioni di sicurezza e che possano avere assistenza”. Per chi presenta condizioni di salute più precarie serve tempo: “Faremo pellegrinaggi fino al 10 dicembre e nel frattempo adatteremo le condizioni di accoglienza anche per loro”. Anche l’accoglienza degli ammalati sarà fatta nell’albergo La Source, che riaprirà con la ripresa dei pellegrinaggi, oppure nell’accueil di Notre Dame, struttura del santuario, per gli ammalati che hanno bisogno di assistenza ad hoc. Il Salus, invece, quest’anno resterà chiuso perché “è una struttura molto grande, mentre abbiamo scelto di fare pellegrinaggi con numeri di pellegrini contenuti”.
“Possiamo accogliere anche persone che hanno una malattia ma non sono particolarmente vulnerabili al Covid”, sottolinea mons. Dumas.
“Sono diverse le tipologie di persone ammalate – aggiunge il rettore -. Qualcuno che ha un cancro in fase terminale, per il momento, non potrà venire a Lourdes, ma persone che hanno una disabilità anche psichica potranno esserci e noi vogliamo accoglierle anche nella pastorale ordinaria del santuario”.
Lourdes oggi. L’emergenza sanitaria ha obbligato a ridisegnare la presenza dei pellegrini nei luoghi del santuario, oltre ad adottare disposizioni anti-contagio del Covid-19. Nell’esplanade, i fedeli attraversano un varco davanti al quale si disinfettano le mani e sono invitati a indossare la mascherina. Davanti alla grotta sono stati collocati i segnali per mantenere le distanze di sicurezza. Diverse anche le modalità per la processione aux flambeaux serale: le persone restano ferme e l’immagine della Madonna gira tra i fedeli che reggono le candele.
“Lourdes è un luogo sicuro – ribadisce il rettore -. Si rispettano le misure necessarie, come l’uso delle mascherine e la distanza tra le persone: abbiamo organizzato il santuario perché possa essere un luogo dove si possa stare senza pericoli”.
Al momento, i pellegrinaggi sono soprattutto quelli di fedeli individuali che giungono da altre parti del Paese. “Ogni giorno ne abbiamo un po’ di più del giorno precedente”, riferisce mons. Dumas, che ricorda la presenza nei giorni scorsi anche di un gruppo della diocesi di Lille, mentre si attende una delegazione di una trentina di persone di altre tre diocesi francesi. “Non sono gruppi pieni, ma un numero ridotto di rappresentanti”.
La ripresa per la città e per il santuario. Il rilancio di città e santuario passa dal dialogo con le istituzioni e con diversi attori economici. “Il governo francese sa che la situazione di Lourdes è unica nel Paese, è la seconda città per numero di alberghi in Francia, dopo Parigi. È una città turistica molto conosciuta. Ma nella situazione di oggi Lourdes muore – spiega mons. Dumas -. Il governo non può lasciare Lourdes morire. Sa anche che il motore dello sviluppo di Lourdes è il santuario. Quindi, lavoriamo insieme con il governo, con il nuovo sindaco di Lourdes e con il Dipartimento dell’Occitania per adottare un’azione comune. A partire dal santuario dobbiamo sviluppare una proposta”.
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