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Turchia: dal 24 luglio Santa Sophia moschea. Alto Comitato per la Fratellanza umana, “si evitino passi che possano minare il dialogo”

Alla vigilia della cerimonia ufficiale di conversione della basilica di Santa Sofia in moschea che si terrà a Istanbul il 24 luglio, in occasione delle preghiere del venerdì, arrivano le prime importanti reazioni anche dal mondo musulmano. La voce più autorevole è quella di Mohamad Abdel Salam, segretario generale dell’Alto Comitato per la Fratellanza umana (Higher Committee of Human Fraternity, Hchf), consigliere speciale del grande imam di al Azhar, Ahmed Al-Tayeb, e consigliere speciale del Consiglio musulmano degli anziani. Abdel Salam è firmatario di una lettera che accompagna una Dichiarazione dell’Alto Comitato per la Fratellanza umana, scritta a sostegno della richiesta del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc) al presidente turco Erdogan affinché Santa Sofia mantenga la sua vocazione a essere “luogo di apertura, incontro e ispirazione per persone di tutte le nazioni e religioni”. “In riconoscimento del valore culturale e spirituale che Hagia Sophia ricopre per l’umanità in tutto il mondo – scrive Abdel Salam -, sosteniamo il vostro appello affinché siano evitate le divisioni e sia promosso il rispetto e la comprensione reciproci tra tutte le religioni; mi fa piacere allegare una copia della Dichiarazione dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana in merito a questo problema”. La dichiarazione dell’Alto Comitato ribadisce che i luoghi di culto devono sempre rimanere un messaggio di pace e amore per tutti i credenti. L’Hchf invita pertanto “tutti a evitare qualsiasi passo che possa minare il dialogo interreligioso e la comunicazione interculturale e che possa creare tensioni e odio tra i seguaci di diverse religioni, confermando la necessità dell’umanità di dare priorità ai valori della convivenza”.

L’Alto Comitato per la fratellanza umana è composto da capi religiosi che si ispirano al Documento sulla fratellanza umana, firmato da Papa Francesco e dal grande imam di al-Azhar, Ahmed Al-Tayyeb, il 4 febbraio 2019. Nel comunicato, l’organismo sottolinea che i luoghi di culto hanno un significato molto speciale per i credenti” e devono rimanere come luoghi che inviano “un messaggio di pace e amore per tutti”. Non devono pertanto “essere utilizzati in un modo che possano contribuire alla segregazione e alla discriminazione, in un momento in cui il mondo ha davvero bisogno di rispondere all’appello di solidarietà umana e di rafforzare i valori della convivenza e della  fratellanza tra tutta l’umanità”.
Il Wcc, intanto, informa di aver ricevuto il sostegno anche di Hafid Ouardiri, direttore della Fondazione musulmana di Ginevra, membro fondatore e vicepresidente della Piattaforma interreligiosa di Ginevra: “Vorrei esprimere il mio pieno appoggio alla lettera indirizzata al presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, dal rev. Ioan Sauca, segretario generale ad interim del Consiglio mondiale delle Chiese a Ginevra, sulla conversione di Hagia Sofia in una moschea… Come musulmano, come molti altri in tutto il mondo, preghiamo che Hagia Sofia, in Turchia, rimanga ciò che è sempre stata dal 1934 e cioè un crocevia di conoscenza, luce, saggezza e pace per tutta l’umanità”. Ioan Sauca, segretario generale del Consiglio mondiale delle Chiese si dice “sorpreso e grato delle reazioni diffuse di solidarietà e sostegno” che il Wcc ha ricevuto “più di quanto ci saremmo mai aspettati”. E aggiunge: “Musulmani e cristiani hanno vissuto fianco a fianco nel corso della storia in Medio Oriente e, sulla base della loro comune affermazione dell’amore di Dio e del prossimo, hanno trovato modi di convivenza, cooperazione e sostegno reciproco”.

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