DIOCESI – Né le norme anticovid, né il mare mosso hanno impedito a un popolo fedele che si è sempre contraddistinto per la sua pietà di onorare la Madonna della Marina, patrona della gente di mare. Poco prima delle 18.00 di sabato 25 luglio il vescovo Carlo Bresciani è giunto sulla banchina Malfizia e ha salutato i fedeli e le autorità civili e militari. Dopo le foto di rito, il vescovo Carlo insieme al Sindaco Pasqualino Piunti e al Comandante della Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto Mauro Colarossi è salito sulla “Giuseppina Madre” della famiglia Papetti che avrebbe dovuto guidare la tradizionale processione in mare, ma le condizioni meteorologiche non lo hanno permesso. Pertanto l’imbarcazione, mollati gli ormeggi, ha compiuto un breve tragitto nello specchio d’acqua del porto. Qui è stata lanciata una corona d’alloro in ricordo di quanti per lavoro o per compiere il loro civico dovere sono morti in mare. Il lancio è stato accompagnato dal suono delle altre imbarcazioni e dall’applauso dei fedeli che si è levato dalla banchina.
Terminata la processione in mare, l’immagine della Madonna della Marina è stata trasportata dai militari della Capitaneria di Porto presso la banchina “Pinguino” dove ha avuto luogo la celebrazione eucaristica che ha visto una grande partecipazione di popolo. Riportiamo per intero l’omelia pronunciata dal vescovo Carlo:
«Il nostro sommo poeta Dante così si rivolge alla Madonna nell’ultimo canto del Paradiso, facendo parlare il grande devoto di Maria, san Bernardo. Si tratta di una preghiera che è tra le più belle che siano mai state scritte in onore di Maria:
se’ di speranza fontana vivace.
Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre
sua disianza vuol volar sanz’ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fiate
liberamente al dimandar precorre.
In poche parole il poeta dice il perché del nostro rivolgerci in preghiera a Maria e perché della nostra devota venerazione. Lei è una fontana vivace, una fontana a cui non manca mai l’acqua rinfrescante nell’arsura della vita. Si tratta di un’acqua che Maria dona generosamente a noi suoi figli, un’acqua che ridona speranza e vigore per il cammino che ci resta da compiere, cammino che lei nel nome di Gesù ci indica e sul quale ci accompagna.
Non basta dire al viandante che la via, che deve percorrere verso la meta agognata della vita, attraversa il deserto con tutte le difficoltà che ciò comporta; non basta, se non gli si fornisce anche l’acqua che rende credibile la speranza di farcela. Senza dare fondamento alla speranza, la vita diventa insostenibile e la fedeltà agli impegni diventa promessa vana. Non ci basta la speranza per un giorno o per pochi giorni, abbiamo bisogno di poter contare su una fonte di speranza che non si esaurisca mai. Maria è questa fonte a cui possiamo attingere, inesauribile, la speranza.
Maria è la stella che indica la strada non solo nelle notti oscure della vita, ma è anche la fontana che fornisce l’acqua vivace della speranza, quella che ridà vigore alle membra infiacchite dall’arsura della giornata. Per questo noi invochiamo Maria come Madre della speranza. Lei lo è, perché ha posto tutta la sua speranza in Dio, in Colui che è fedele alle sue promesse e non fu delusa. Di questa fedeltà di Dio, lei ne ha fatto esperienza viva, ne rende testimonianza a noi ed esorta noi a fidarci delle promesse di Dio, come ha fatto lei.
Il poeta Dante ci ricorda che Maria non parla solo a noi, come madre che esorta amorevolmente i suoi figli a non perdere la speranza in Dio, ma si rivolge anche a Dio intercedendo per le grazie di cui abbiamo bisogno. Il poeta ci dice che possiamo ricorrere a lei come mediatrice di tutte le grazie. Esprime ciò con una bellissima immagine: il nostro desiderio di ottenere grazia da Dio, senza ricorrere a Maria, è desiderio vano, come quello di colui che desiderasse di poter volare, ma senza ricorrere all’aiuto delle ali. Il popolo fedele questo l’ha capito da sempre e per questo anche nelle necessità più gravi della vita si rivolge all’intercessione della Madonna, supplicandola perché ottenga da Dio i sollievi del corpo e dello spirito di cui abbiamo bisogno.
Anche noi l’abbiamo fatto nel periodo più buio e preoccupante della pandemia. Ci siamo rivolti in preghiera a Maria supplicandola, perché alimentasse la nostra speranza, ci rendesse forti nella dura prova che stavamo attraversando e intercedesse presso Dio la grazia di una pronta cessazione del contagio. Ci siamo appoggiati alle potenti ali di Maria. Lei è diventata le ali sulle quali la nostra preghiera ha volato fino a giungere al Padre. Sono state anche ali che ci hanno sorretto nell’incertezza del volo che la vita di tutti noi stava attraversando.
Il poeta Dante Alighieri ricorda anche un’altra verità della figura di Maria e del suo amore di madre per ciascuno di noi. Come ogni madre non si limita ad aspettare che il figlio manifesti nella domanda i suoi bisogni, ma intuendoli come veri bisogni, benché non ancora manifestati ed espressi, precede la domanda, donando anche ciò che non è ancora stato richiesto. È quello che Maria ha fatto a Cana di Galilea, quando venne meno il vino alla festa di nozze. Nessuno le aveva chiesto di intervenire presso Gesù. Fu lei che, madre attenta e premurosa, si accorse di ciò che stava capitando e liberamente decise di intervenire e dare il suo decisivo aiuto per risolvere il problema che avrebbe sicuramente rovinato la gioiosa festa dei due novelli sposi.
Ciò dice quando l’amore di Maria per ciascuno di noi sia libero e vero, un amore che non chiede nulla per sé, che sa restare nascosto e molto discreto, ma tutt’altro che inoperoso e distratto.
Carissimi, ammiriamo oggi questi tre titoli di Maria, mentre la veneriamo con amore di figli:
Ella è fontana da cui possiamo attingere la speranza che ha il suo ultimo fondamento in Dio. La fontana è mezzo che distribuisce acqua che riceve da altrove. Maria ci dona la speranza che viene da Dio.
Ella presta ali alle nostre preghiere permettendo loro di arrivare fino a Dio. Si rende mediatrice presso Dio delle grazie di cui abbiamo bisogno, affinché possiamo vivere in fedeltà a tutto ciò che è vero, bello, giusto e buono secondo Dio. Ella è madre che previene i nostri bisogni con premura e sollecitudine. In silenzio operoso, accompagna la nostra vita indicandoci giorno per giorno la strada, come la stella indica ai naviganti la strada nelle tenebre che avvolgono la notte oscura in mare, e ci protegge dalle tempeste che potrebbero sconquassare il nostro spirito. Maria, stella del mare e Madre della nostra speranza, prega per noi».
La celebrazione si è conclusa con il canto tradizionale alla Madonna della Marina.
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